Regia di Woody Allen vedi scheda film
Con la sua voce fuori campo a guidare il flusso degli eventi, la tenneager Djuna dipinge le avventure amorose della sua famiglia.
Tra un padre Joe che dopo il divorzio non riesce a trovare una nuova donna, la madre Steffi ormai felicemente risposata con Bob, che ha arricchito la famiglia dei quattro figli del suo precedente matrimonio., e se stessa che volteggia da una cotta all'altra con la stessa facilità di comprare un biglietto di un nuovo viaggio.
Quando compare l'amore in ognuna delle location raccontate (New York, Venezia e Parigi), ognuno dei protagonisti manda in crisi le basi della sua vita pur di salire all'apogeo della felicità, salvo poi alla fine rendersi conto che ogni felicità è sempre effimera...
Usando un ben riuscito mix fra commedia e musical, Woody Allen si cimenta nel tentativo di omaggiare il cinema hollywoodiano degli anni '40, con un particolare riguardo alla figura di Groucho Marx. Usando un tono leggero che aiuta anche lo spettatore a lasciarsi andare a scene "fiabesche" (vedi il ballo finale, che cita Un Americano a Parigi), Allen ci parla di debolezze ed illusioni umane (la più grande: l'amore eterno) e lascia diffondere una certa malinconia coerente con la sua visione disincantata e dolciastra della vita.
Non ci sono battute esplosive, non scene epocali. Ma tutto il film è un piccolo gioiellino che contribuisce a farci sentire meglio.
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