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Chiamami Aquila

Regia di Michael Apted vedi scheda film

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La recensione su Chiamami Aquila

di sasso67
8 stelle

«Contegno, Souchak, sei un po' troppo maturo per sospirare così»

 

Film che avevo visto tanti anni fa, senza entusiasmo, e che oggi, almeno parzialmente, rivaluto. All'epoca, per me era stato una curiosità da completista, quale tassello complementare della filmografia, piuttosto scarna, di John Belushi, le cui imprese principali restano secondo me Animal House (1978) e The Blues Brothers (1980).

Chiamami aquila parla di un giornalista di Chicago impegnato anche politicamente, dedito alle inchieste scomode di denuncia. Una di queste si appunta su un assessore della metropoli americana, il quale fa pestare il giornalista Souchak (Belushi, per l'appunto) da un paio di energumeni. Approfittando dell'episodio, il direttore del quotidiano spedisce Souchak  a fare un servizio su un'etologa che si è ritirata in solitudine a studiare le aquile calve delle Montagne Rocciose. Il giornalista è però un animale da città e se la vede dura quando si trova da solo ad affrontare difficoltà e pericoli dell'alta montagna, per di più senza le sue indispensabili sigarette. Anche l'etologa non vede di buon occhio l'intruso arrivato dalla metropoli e spera di sbarazzarsene alla svelta, rispedendolo da dove è venuto. In realtà, complice la montagna, complici le aquile e forse anche la solitudine, i pericoli e un insopprimibile bisogno di umanità, i due si innamorano quasi loro malgrado. Pur restando fedeli ai loro ambienti d'elezione - alla città lui e alla montagna lei - la storia d'amore avrà un lieto fine.

Film sentimentale senza sbavature e sentimentalismi, Chiamami aquila è un buon film che mette a nudo l'essenza di John Belushi, spogliandola delle buffonerie che ne avevano esaltato le qualità istrioniche nei film già citati e in 1941: Allarme a Hollywood (1979) di Spielberg. L'attore nativo di Chicago - come il suo personaggio - è misurato e credibile, apparentemente lucido e fisicamente sano, a dispetto della sua lunga dipendenza dalla cocaina, tanto da non far presagire allo spettatore di questo film la tragica fine che sarebbe arrivata il 5 marzo del 1982.

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