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Crash

Regia di David Cronenberg vedi scheda film

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La recensione su Crash

di Texano98
9 stelle

Magnifico film di Cronenberg che narra di un gruppo di persone capaci di provar appagamento solo in situazioni estreme il più possibile a contatto con la morte; i protagonisti del film sono svuotati dalla luce vitale e vivono passivamente fra una sensazione forte e l'altra, senza però mai trovare stabilità e gioia. Vivono in un limbo di infelicità e apatia, trovando conforto l'un l'altro stimolandosi a vicenda e orchestrando situazioni estreme per provare piacere: c'è chi organizza omaggi a incidenti di vecchie star riproponendoli dal vivo senza nessuna protezione, chi riesce a far sesso solamente pensando a fatti di morte oppure chi vi riesce solamente dentro automobili; le pulsioni sessuali sono spinte al limite con fredda violenza o altre volte accentuate, per esempio, dal viaggiare su un'automobile che va ad altissima velocità. Come "hobby" i personaggi del film hanno quello di inseguirsi per le strade della città, urtandosi mentre si districano fra le altre automobili che vengono messe a rischio dalle azioni spericolate dei protagonisti. In questo film una ferita non è altro che una vagina, gli autolavaggi sono pieni di spazzole che possono benissimo essere dei giganteschi giocattoli sessuali e gli strumenti che servono ai vigili del fuoco per aprire le macchine incidentate sembrano una rappresentazione naif di una penetrazione. "E' una presa in giro: non hanno la minima idea di chi siamo veramente." Cronenberg parla di una comunità borderline, persone afflitte da una particolare patologia che sono una metafora della vuotezza dei giorni nostri, dell'aridità dell'uomo e della superazione di ogni tabù; dove si arriva a godere della morte: a vivere per la morte, e con la morte. E' un continuo gioco alla roulette russa, è un o la va o la spacca, i protagonisti agiscono in situazioni estreme attendendo che la morte li strappi alla loro triste vita: c'è chi vi riesce prima e chi dopo, ma tutti attendono, con quei volti sperduti e incupiti, l'estremo addio. "Forse la prossima volta. Forse la prossima volta."

 

Il senso di oppressione e tristezza è accentuato dagli scenari freddi del Canada e dalla regia, come sempre, precisa e geometrica di Cronenberg, con questo film in stato di grazia. 

 

Probabilmente stiamo parlando di un capolavoro, ma non è ancora stato debitamente compreso, o se lo è, solo da pochi fortunati... io purtroppo seppur possa dire un paio di parole al riguardo, non faccio parte del club.

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