Regia di David Cronenberg vedi scheda film
In Crash l'atto pornografico non è mai tale, perchè viene sempre legittimato dalla messa in scena che segue attenta un lento processo di spoliazione. Cronenberg non cerca l'effetto della critica nelle azioni dei personaggi impegnati in questa ronde mortale, il compiacimento è nella pelle sconfitta dal dolore che è piacere e mutamento della percezione, l'estetica della nuova carne prende corpo sdoppiandosi, si reitera il gesto cyber della visione di/in Videodrome, della mano che impugna la pistola ed esce dallo schermo per uccidere. Dopo dieci anni lo stile di Cronenberg è meno gore, più elegante e controllato, affonda il bisturi nelle lacerazioni del corpo-metallo, si situa in un luogo indefinito come già accadeva in The naked lunch. La sua visione dello sconcerto emotivo delle macchine-replicanti umane è ancora più lucida, gelida, senza un filo di compassione per le proprie vittime. Se Lynch è l'oltraggio al pudore, al gusto della visione, Cronenberg è la decodificazione di pulsioni mai ammesse.
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