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Fratelli

Regia di Abel Ferrara vedi scheda film

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La recensione su Fratelli

di Peppe Comune
9 stelle

Johnny Tempio (Vincent Gallo) è il più piccolo di tre fratelli che stanno alla testa di una famiglia mafiosa italo-americana. Un giorno, all'uscita del cinema, una macchina gli si avvicina e il conducente prima lo fa avvicinare e poi gli spara mortalmente. Ray (Christopher Walchen) e Chez (Chris Penn) non si danno pace per la tragica morte di Johnny e la veglia funebre diventa l'occasione per trovare i colpevoli e guardarsi un pò dentro.

 

 

Pur giocando con gli stumenti tipici del gangster  movie, Ferrara approda con "The funeral" a un film che va assolutamente oltre il genere. E' probabilmente il film più maturo dell'autore cresciuto nel Bronx che può avvalersi di un gruppo di attori in stato di grazia tra cui spiccano le notevoli interpretazioni di Cristopher Walken e del compianto Cris Penn (coppa volpi a Venezia come miglior attore). L'America degli anni trenta alle prese con la grande depressione, i legami tra mafia e politica e il sindacato pilotato dalle grandi famiglie mafiose, fanno da sfondo a una tragedia della vita i cui protagonisti, prigionieri di un legame di indissolubile interdipendenza, iniziano con la veglia funebre un percorso esistenziale che, se non varrà per mettere in crisi l'unione della famiglia, servirà ai fratelli per fare il punto su ciò che è stato  e su ciò che dovrà essere. Quel tassello mancante rappresentato dalla morte di Johnny crea uno strappo alla perfetta circolarità delle vite dei fratelli tanto difficile da ricucire quanto suscettibile di generare pulsioni dell'animo difficili da controllare. Sono buie le loro vite come è buia la notte in cui tutto si compie che Ferrara contrappone agli unici momenti di luce coi flashback che ritraggono i fratelli alle prese con la loro illusione di essere invincibili, di essere venuti a capo di un destino che li ha voluti dei criminali. In quella bara non c'è solo un fratello morto ma anche l'unica possibilità dei fratelli di denudarsi di fronte al peccati di cui si sono tragicamente macchiati, c'è il fantasma dell'educazione cattolica che arriva prepotente a rodergli le coscienze, a ricordargli che verranno puniti per quello che hanno fatto, a rispecchiarsi nelle loro angosce represse. C'è il passato tragico che ritorna sempre a inondare di sangue i ricordi di una vita segnata prim'ancora che uno avesse potuto maturare la capacità di scegliere. Emblematica in tal senso è la bellissima scena in cui il tredicenne Ray, in una sorta di rito iniziatico, e indotto dal padre a uccidere un uomo "altrimenti lui ucciderà noi". I tre fratelli sono il frutto di quel male che nell'idea di Ferrara trova la sua ragion d'essere in un Dio che ha abbandonato l'uomo al suo destino, al peso delle sue responsabilità terrene e mentre affidava a una suora il compito di scongiurare la caduta agl'inferi del "Cattivo tenente", qui affida alle mogli in preghiera (le bravissime Isabella Rossellini e Annabella Sciorra) il ruolo di insinuare il beneficio del dubbio in animi corrotti dalla sete di vendetta. Alla loro passività dolente è affidata l'idea che esiste un confine tra l'idea del bene e quella del male che va oltre la  naturale inclinazione dei fratelli a rispondere al sangue con il sangue, al dolore ricevuto col dolore prodotto. I fratelli di Ferrara non sono pentiti delle malefatte che hanno compiuto. Sanno che è un potere che non possono permettersi, una scorciatoia che neanche il loro ambiguo cattoliesimo accetterebbe come buona. Sono piuttosto rammaricati di non aver potuto agire altrimenti, di non aver avuto un'altra vita in offerta, che non possono fare altrimenti dal continuare un duello impari con il fato. E' Chez a prendersi tutto il peso che questa presa di coscienza comporta e cioè porre fine a una tragedia che continuerà a produrre dolore attraverso la distruzione dei suoi agenti peccaminosi. E' l'unica cosa che si deve fare. E' la ricucitura del cerchio probabilmente oppure la bestemmia di un credente gridata in faccia a chi si è dimenticato troppo presto dei fratelli. Capolavoro.

 

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