Regia di Danny Boyle vedi scheda film
Eccellente reinterpetazione cinematografica dell'omonimo romanzo di Welsh, che discute il problema della droga tra i giovani ragazzi in modo crudo e diretto, molto spesso usando linguaggio volgare e sequenze altamente disturbanti. Ho apprezzato molto la scena in cui Dawn, figlia di uno dei giovani tossicodipendenti, muore nella propria culla, in quanto il regista ha voluto esprimere in maniera spietata il danno prodotto dall'eroina, che oltre a colpire fisicamente il consumatore ferisce psicologicamente le persone a questi legate; inoltre sono stato colpito anche dalla sequenza in il protagonista Renton viene colto da un'overdose, nella quale è visto sprofondare nel pavimento come segno delle atroci conseguenze della dipendenza dalla droga, che in tale scena ha quasi ucciso il giovane ragazzo. La pellicola, tuttavia, non rappresenta una denuncia solamente al consumo di stupefacenti, ma anche alla corruzione della gioventù odierna, molto spesso propensa al litigio e alla risse; tali aspetti sono incarnati nella figura di Francis Begbie, violento e iracondo sociopatico capace persino di ferire i propri amici. Il direttore Boyle, inoltre, protesta contro la mentalità ipocrita di molti giovani d'oggi, impersonata nella figura di Sick Boy, giovane spacciatore sempre propenso a giudicare i suoi amici per la loro sfortuna.
La pellicola, tuttavia, rappresenta tutti questi temi con forte ironia ed umorismo, culminanti a mio parere nella scena in cui Begbie ha un rapporto sessuale con un transgender, e in quella dove Renton afferma che nei successivi mille anni non vi sarebbero più stati uomini e donne nel mondo, ma solamente segaioli, denunciando dunque il decadimentioella società moderna. Film leggendario. Voto: 10
Eccellente, e perfettamente legata al ritmo delle scene.
Approfondirei maggiormente le esperienze dei personaggi, facendo opportuni riferimenti al romanzo, aggiungendo ad esempio maggiori dettagli sulla scena in cui Renton ha le allucinazioni, o in quella dove Mark incontra una sua precedente fidanzata alla festa.
Ottimo interpretazione del giovane Renton, dipendente dall'eroina e deluso dalla società del tempo; a tal proposito ho apprezzato molto i soliloqui nei quali denunciava la pessima situazione dei giovani del tempo, rovinati dagli stupefacenti e dai pregiudizi.
Magistrale l'interpretazione di Begbie, forse per la straordinaria coincidenza tra la personalità dell'attore e del personaggio; ha saputo esprimere in modo eccellente il disagio psicologico di Begbie sia grazie all'inconfobile parlata, quasi sempre scurrile e ingiuriosa, che con le espressioni facciali, talvolta inquietanti.
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