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Non ci resta che vincere

Regia di Javier Fesser vedi scheda film

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La recensione su Non ci resta che vincere

di obyone
7 stelle

Javier Gutiérrez

Non ci resta che vincere (2018): Javier Gutiérrez

 

Campeones è un bel film. Rinvigorisce lo spirito e scatena un flusso di seratonine al pari di un vasetto di Nutella. Non riempirà i trattati di critica cinematografica ma le sale le ha riempite, eccome. In Spagna ha incassato la somma di 20 milioni di euro, spicciolo più, spicciolo meno, diventando "un caso" nazionale. Forte di ciò è arrivato anche da noi. La prima cosa che mi è passata per la testa, all'uscita di sala, è stata: "ma perché in Italia non raccontano storie come questa?" Poi ho riflettuto e mi è venuto in mente che un film simile è stato fatto: "Si può fare" di Giulio Manfredonia. Una mescola di ironia, gioia di vivere e riflessioni, stimolate da una buona narrazione e da un Claudio Bisio in grande spolvero. Lo vidi al cinema e mi piacque. Ma di soldi ne ha visti un decimo. Eppure non era affatto male. Poche sale? Poca pubblicità? Oppure siamo un popolo poco propenso a rapportarsi all'handicap e preferiamo nascondere la testa sotto la sabbia di fronte ad esso? Quand'ero piccolo bastava dire a qualcuno "sei handicappato" per offenderlo a morte perciò non mi stupisce la diffidenza verso le persone con problemi cognitivi e/o psicologici in genere. Ce l'hanno instillata con anni ed anni di (dis)educazione. Con il suo film Javier Fesser ha cercato di toglierci dalla testa il timore della diversità. Il regista l'ha fatto con una storia originale e con un'ironia esente da facili ricatti emotivi.

 

Javier Gutiérrez

Non ci resta che vincere (2018): Javier Gutiérrez

 

La trama è presto riassunta. L'allenatore in seconda dalla squadra madrilena dell'Estudiantes viene allontanato dal capo coach, durante una partita, a causa delle sue intemperanze. Amareggiato alza il gomito in un bar e finisce per tamponare un'auto della polizia. Ritiro della patente e licenziamento sembrano la peggior cosa che possa capitare al povero Marco Montes (Javier Gutierrez) finché un giudice lo condanna ai lavori socialmente utili presso una squadra di basket... alquanto speciale. Come dichiarato dal regista la sceneggiatura è stata rimaneggiata in corso d'opera per accogliere alcune situazioni createsi spontaneamente all'interno di un gruppo di attori con veri problemi cognitivi e psicologici. Tra questi l'incredibile Gloria Ramos ha sfatato un tabù ricevendo la nomination al Goya Award nella categoria "miglior rivelazione". Prima ragazza down a riuscirci grazie ad una presenza scenica che assicura divertimento al pari di un comico navigato. Nel film si chiama Collantes, è energica, spontanea e "mira dritto al sodo" per neutralizzare gli avversari e consentire alla sua scalcagnata squadra di vincere. Il vero "collante", però, è Sonia (Athenea Mata), la fidanzata di Marcos, che si prodiga per gli improbabili giocatori e, animata da un palese desiderio di maternità, trascina lo scettico e svogliato fidanzato con entusiasmo e dolcezza verso un risultato insperato. Tra gag divertenti e alcune sequenze politically scorrect, come la sequenza in autobus in cui i protagonisti fanno perdere la pazienza a passeggeri e autista, Montes vive un'esperienza che lo fa crescere come uomo e come allenatore. Qualche scena è forse di troppo (la sequenza in ascensore) ma il film funziona grazie alle caratterizzazioni dei personaggi e alle situazioni paradossali che si vengono a creare a causa dei "problemi" di ciascuno (i blackout, l'ipocondria, i comportamenti compulsivi, la depressione). Il finale è un felice impasto di lirismo e realismo. Montes ha ricevuto dal suo roster molto di più di quanto abbia dato e l'esperienza maturata sul campo sarà una preziosa alleata nelle imminenti sfide professionali e personali. Del resto i suoi ragazzi gli hanno insegnato a cogliere quanto di buono c'è in chi sembra abbia nulla da dare. Un insegnamento molto più utile di un funambolico canestro da metà campo.

 

Cinema Teatro Santo Spirito - Ferrara

 

Javier Gutiérrez

Non ci resta che vincere (2018): Javier Gutiérrez

 

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