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Sorrisi di una notte d'estate

Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film

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La recensione su Sorrisi di una notte d'estate

di EightAndHalf
8 stelle

La sensazione è che Bergman, per una volta, volesse, almeno da un punto di vista prettamente formale, divertirsi, specie dopo tutti i drammi in cui già nei primi anni si era cimentato, facendo comunque divertire (a malincuore) anche noi. Il suo Sorrisi di una notte d'estate è un ironico ma graffiante apologo sulla lotte dei sessi ma non solo, sulla natura diabolica e quasi crudele delle relazioni umane: ogni dialogo tra i personaggi, spumeggiante ma il più delle volte crudele, termina con un'espressione più o meno esplicita di odio reciproco (con vette di ilarità nei confronti fra Bjornstrand e Jarl Kulle), senza badare né a convenevoli né a rapporti di parentela, anche quando si parla di padre e figlio e ci si contende la nuova mogliettina del padre in stile Dies Irae. E Bergman non si priva nemmeno di eventuali stoccate sarcastiche al classismo sociale, anche se non generalizza né associa a un dato ceto il primato di difetti e vizi (la civettuola Harriett Andersson in versione bionda è la più espansiva delle figure femminili, e proviene dal ceto più basso; ma non è certo per questo che è criticata, anche perché è la meno ipocrita. Come le altre donne getta comunque micce esplosive). Vero è però che questo rimane un dato fondamentale, in funzione dei luoghi e dei contesti in cui tutto il film è ambientato.
Nell'ostilità che i personaggi si dimostrano reciprocamente Bergman evita le caricature e dosa ironia e drammaticità conferendo grande spessore ai suoi anti-eroi, come aveva sempre fatto nelle sue opere drammatiche, riuscendo però a non appesantire il ritmo allegro e al contempo spietato della pellicola e osservando impietoso i sette personaggi in primo piano, che riescono (a ben pensarci in maniera assai inquietante) a giostrare (o ad essere giostrati) razionalmente (nel)le dinamiche amorose dell'intero gruppo, senza lasciare insoddisfatto nessuno nonostante una serie di inconvenienti (la roulette russa con finale a sorpresa). L'elemento magico, tratto dalla quasi omonima opera di Shakespeare, è soltanto suggerito dalle allusive dissolvenze che scrutano i personaggi nell'atto di assaggiare un vino che sembra avere quasi potenze afrodisiache ma che in realtà risulta quasi un serio della verità che sbloccherà una serie di situazioni difficilmente sbrogliabili; il carattere onirico spesso presente in Bergman qui si traduce in due scene cantate da personaggi improvvisamente disposti sulla scena come su un palcoscenico; l'osservazione delle singole psicologie avviene mediante un setaccio emotivo realmente suggestivo, arricchito da splendide interpretazioni da parte di un cast in piena forma e da una fotografia splendida che dà alla notte quasi la chiarezza sognante del giorno. Dal figlio di Gunnar Bjornstrand, sorta di Ippolito euripidiano che alla fine cede alla tentazione dell'amore, a Gunnar Bjornstrand stesso, adultero espertissimo e acido nei confronti di un figlio frustrato, da una Eva Dahlbeck che razionalizza gli eventi e si fa portatrice di un ritorno definitivo a un ordine precostituito a una Ulla Jacobsson ingenua ma meno stupida di quanto sembri (notevole il confronto con Margit Carlqvist), Sommarnattens leende offre una carrellata giocosa ma complessa di personaggi, costretti a confronti sempre negativi forse perché è la natura umana o forse perché in "amore è inevitabile usare armi come le si usano in battaglia". Eppure proprio l'amore sembra appartenere solo ai protagonisti più giovani, come il nuovo uomo della domestica Petra (nella bocca del quale, anche se ubriaco, viene messa la morale dell'intero film, quasi come in una favola squisitamente paradossale) affermerà dopo un probabile convegno amoroso: in pochi sono colpiti dalla dolcezza e dalla punizione dell'amore, nonostante la natura (colta in sprazzi onirici e assai eloquenti) sorrida magari speranzosa che finalmente gli amanti si dichiarino ed escano allo scoperto. Ecco che il lieto fine, per quanto sembri riportare tutto a posto, se da un lato incuriosisce per la capacità improvvisamente razionalizzante che si detiene su sentimenti ufficialmente incontrollabili, dall'altro presenta due tipi di amori fugaci e poco duraturi, anche perché, mentre gli uomini saranno sempre succubi di furbissime donne, i primi rimarrano comunque contraddistinti da una capacità di amare a modo loro le seconde, e forse è il Sole non ha sorriso a una novità, forse è semplicemente sorto come fa ogni giorno, e la realtà non è cambiata affatto.

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