Regia di Genndy Tartakovsky vedi scheda film
Stanco sequel di un franchise che aveva probabilmente già detto tutto quel che aveva da dire. Davvero striminzito il plot, stirato però al massimo pur di arrivare al minutaggio standard del franchise. VOTO: 3½
Dracula che si innamora. Chi l'avrebbe mai detto? Eppure in questo terzo capitolo del franchise Sony, il celeberrimo conte transilvano trova proprio l'amore nella persona di Ericka, capitano della nave da crociera su cui si trova in vacanza con famiglia e amici. Naturalmente non tutto quel che riluce è oro, e sua figlia Mavis scopre durante il viaggio che Ericka è in realtà la pronipote di Abraham Van Helsing, l'arcinemico di Dracula che progetta segretamente di distruggerli. Il film presenta un difetto di fondo: manca di una trama intelligente e sufficientemente solida da tener botta per gli interi 97 minuti di durata. E qui veniamo al problema centrale: se questa pellicola non fosse stata parte di una serie, fosse stata cioè creata in maniera indipendente, avrebbe potuto subire una sana potatura di 20-30 minuti, uscire con una durata di circa 70 minuti e risultare non dico un capolavoro ma quanto meno passabile. Avendo però mani e piedi legati dalle inflessibili logiche commerciali dei franchise, quei (tanti) minuti extra erano in un certo senso dovuti e li si son dovuti quindi riempire in qualche modo. In quale modo? Con gags ripetitive e numeri musicali da due soldi. E così il film si riduce a nient'altro che una scusa per mostrare i noti personaggi impegnati in scenette sconnesse che non riescono sfortunatamente a sopperire a uno script degno. Al botteghino il film fece però faville, con 530 milioni incassati contro circa 70 investiti per prudurlo. Una miniera d'oro insomma, che spinse la Sony a realizzarne un quarto episodio (“Hotel Transylvania: Transformania”) uscito nel 2022.
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