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Che fine ha fatto Baby Jane?

Regia di Robert Aldrich vedi scheda film

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La recensione su Che fine ha fatto Baby Jane?

di OGM
8 stelle

L'enfant prodige è un fenomeno della natura, che diventa grottesco quando invecchia. Bette Davis è la litografia espressionista di una bellezza antica, è la maschera di cartapesta di una bambola indurita dal tempo. Joan Crawford è invece la tipica icona femminile venerabile, segnata dalla sofferenza, e portatrice di un fascino che il tempo nobilita, mentre lo sbiadisce. Il confronto tra le due donne è come quella tra un fragoroso scroscio di cascata ed il sordo sciabordio di un lago: la gracchiante eccentricità di Jane si abbatte come una pioggia acida sulla triste compostezza della povera Blanche. L'odio tra sorelle è un sentimento ambivalente, un misto di rancore e senso di colpa, in cui la prevaricazione è una rabbiosa variante dell'istinto protettivo, e la sottomissione un segno di insicurezza e di coscienza sporca. La calma di Blanche nasce da un doloroso rimorso che costringe al silenzio, mentre la follia di Jane è uno straziante rimpianto che si ribella, oltre ogni logica, all'evidenza di un fallimento ormai irrimediabile. Per nessuna delle due c'è scampo: il trascorrere degli anni ha sbarrato la strada ad entrambe, gli avvenimenti del passato hanno creato uno scoglio invalicabile che preclude loro per sempre la possibilità di un ritorno al "prima", all'epoca in cui ci si poteva forse ancora intendere.

L'immagine della piccola Jane che, all'inizio del film, balla e canta sul palcoscenico, si rivela, nel seguito della storia, come la tragica rappresentazione di una promessa tradita: una speranza di felicità che dura lo spazio di un istante, e, per quanto fugace, rimane indelebile nella memoria. Come l'oro dei capelli, con l'avanzare dell'età, diventa argento, così i sogni dell'infanzia si appannano e pèrdono di valore, sino a finire nel dimenticatoio, se, per qualsiasi motivo, non è data loro la possibilità di crescere.

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