Regia di Woody Allen vedi scheda film
Il romanticismo comico di Allen, intellettuale ma leggero, non ha età. Stavolta, però, è un po' più pacato (ma non meno folle), e dopo la grande idea che fa da spunto iniziale, resta sul sentiero e va sul sicuro.
Il risultato è un film veramente per tutti (ed eppure un insuccesso commerciale, anche se un successo di critica), non all'altezza dei suoi capolavori, ma comunque due spanne sopra qualsiasi commediuola tra le centinaia che escono ogni anno. L'approfondimento dell'idea iniziale porta a una riflessione molto acuta su realtà e finzione. La finzione riesce (anche una volta sfociata nella realtà) a nascondere la quotidianità tristissima e grigia con incanto, magia e amore, ma è sempre la realtà ad avere la meglio. Di fatti riporta nel suo mondo la bravissima Mia Farrow, simbolo di tutti gli amanti del cinema, della finzione, e con uno schiaffo beffardo le ricorda qual è e com'è il vero mondo in cui vive.
Bella fotografia di Gordon Willis; Jeff Daniels sorprende, Woody Allen non più.
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