Regia di Andrej Tarkovskij vedi scheda film
Uno scrittore russo si reca in Italia per alcune ricerche. Ha una breve storia con la sua accompagnatrice, una donna del luogo sposata, e rimane affascinato dalla bellezza del paesino termale in cui soggiorna. Un giorno un invasato predicatore lo sfida a trasportare una candela accesa lungo una vasca termale; lo straniero, pure perplesso, si cimenta nell'impresa.
All'interno della scarna filmografia di Andrej Tarkovskij è possibile trovare soltanto film notevoli, sia pure per ragioni differenti; una caratteristica comune di tutte le opere del cineasta sovietico è però l'affinatissima ricerca estetica, che nel suo penultimo lungometraggio, Nostalghia, raggiunge vette quanto mai elevate. L'osservazione va completata constatando anche che in questo film Tarkovskij predilige senza mezzi termini l'inquadratura all'azione, la scelta degli ambienti e la scenografia ai dialoghi, la luce e la composizione dell'immagine al ritmo; ne consegue che le due ore di durata di Nostalghia siano di difficile digestione per il pubblico medio. Il protagonista, l'ottimo Oleg Yankovskij, lascia pesantemente il segno sulla pellicola con la sua recitazione per sottrazione, per pause e gesti appena accennati, per sguardi desolati ed eloquenti; era già stato diretto dal regista ne Lo specchio (1975). Se si eccettua una particina riservata a Milena Vukotic, gli unici altri due nomi degni di nota nel cast sono quelli di Domiziana Giordano - in un ruolo enigmatico di donna-matrona, forse non sufficientemente sviluppato, che scompare dalla trama così come vi compare, quasi magicamente - e dell'attore-feticcio bergmaniano Erland Josephson, di cui rimane qui la magistrale interpretazione del monologo finale. Un monologo cui si può imputare un eccesso di retorica - e di retorica facile: umanesimo e ambientalismo ai minimi termini -, ma che di certo non dice nulla che non sia assolutamente condivisibile: esattamente come dovrebbe essere la vera poesia, o Poesia che scrivere si voglia. D'altronde il regista è figlio del poeta Arsenij Tarkovskij, che cita nel film; la sceneggiatura ha crediti condivisi fra il Maestro russo e il romagnolo Tonino Guerra, già amico e sodale di Fellini: e non è difficile cogliere in Nostalghia certi elementi malinconici e dolcemente grigiastri precisamente felliniani. 6,5/10.
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