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Smetto quando voglio: Ad honorem

Regia di Sydney Sibilia vedi scheda film

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La recensione su Smetto quando voglio: Ad honorem

di barabbovich
6 stelle

Arrivata al terzo episodio, la banda capitanata dall'ex ricercatore universitario Pietro Zinni (Leo) ha il compito di sventare un attentato alla Sapienza di Roma. Qui un ex professore della stessa (Lo Cascio) punta sull'occasione del conferimento di una laurea honoris causa proprio all'attuale compagno della donna di Pietro (Solarino), che nel frattempo si è rifatta una vita, per poter mettere in atto i suoi intenti stragisti. La banda avrà bisogno della complicità di un altro ex professore universitario (Marcorè), uno che si fa chiamare er Murena, l'unico a sapere dove sia possibile trovare l'uomo assetato di vendetta.
Lasciati ormai sulle quinte gli elementi linguistici che avevano fatto la fortuna del primo episodio, quelli legati ai paradossi di accademici supertitolati costretti a dei mcjobs, il film di Sibilia punta soprattutto sul ritmo e su una trama nera dagli accenti grotteschi. Un bel salto di qualità rispetto al precedente, fiacchissimo episodio, se non fosse che ancora una volta il regista e la sua squadra di sceneggiatori (Francesca Manieri, Luigi Di Capua) dimostrano di sapere poco o nulla del mondo accademico, verso il quale non hanno il coraggio di affondare, sul finale, il colpo che sarebbe stato più che lecito aspettarsi. Al contrario, l'ultima scena va a coronare il tema con un anelito di speranza del tutto malriposto.

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