Regia di David Lynch vedi scheda film
Scheda critica numero 1 (scritta senza cognizione di causa, ovvero senza aver rivisto Wild at heart, Eraserhead, Dune, Blue Velvet - C'è bisogno del pianto di una ragazza nascosta nell'angolo di una sala buia di un cinema sconosciuto, per comprendere e apprezzare il lato mai oscuro, solare e melodrammatico del cinema di Lynch pre-Lost highway/Mulholland Dr. Nessuno potrebbe mai aspettarsi una reazione del genere davanti ad un film così strano, fiammeggiante, violento, autorevole e d'autore, tutto e il suo contrario. Una ragazza violata nella sua intimità: Lynch in generale ha fatto questo, ha sciolto il cuore di una ragazza. Confesso di aver letto almeno cinque-sei-sette recensioni, analisi, saggi sul cinema di Lynch: tutto inutile, un messaggio fuorviante e denso di significati. Cinema dell'estetica che abbaglia. Cinema puro e bellissimo, che richiede mille attenzioni, ma che scorre via lucido, lento, e che ripaga sempre. Twin peaks, Dune e Blue Velvet a parte. Degli errori dei grandi meglio non parlare. Altrimenti poi si pagano le conseguenze.
Scheda critica numero 2, ovvero con cognizione di causa, ovvero dopo attenta re-visione dei suddetti film.
Wild at heart inizia la fase della maneira del cinema di Lynch. Il regista tenta di riproporre l'equazione sex & violence che lo aveva reso famoso con Blue Velvet, ma là c'era un'urgenza espressiva che andava a braccetto con una sintesi formale cristallina, furiosa ma dolce. In qualche modo il consueto manierismo di Lynch si direziona, acquista una sua valenza poetica. Blue Velvet era quasi una commedia grottesca, Wild at heart propone più o meno gli stessi stilemi, le ossessioni che hanno reso famoso Lynch, ma la forzatura c'è. WIld at heart è una copia molto meno necessaria di Blue Velvet, perché va oltre la disperaizone solipsistica e individua un formalismo, una violenza sfrenata che più voglia si stupire che non di riflettere una svolta nella sua filmografia. C'è anche da dire che dopo l'exploit di Blue Velvet Lynch non riuscirà più a contenere così bene il proprio afflato estro creativo, e confezionerà apologie della visione che poco lasciano spazio alla poesia e alla disperazione del prototipo.
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