Regia di Andrea Magnani vedi scheda film
Isidoro, detto Easy - protagonista paffuto e un po' tonto o semplicemente complessato, ex campione-bambino-prodigio di go-kart, finito poi nell'anonimato a seguito di una crescita sviluppatasi sproporzionalmente soprattutto in larghezza - subisce abitualmente le molestie di un fratello spregiudicato, se non proprio infame, e le attenzioni smodate di una mamma piuttosto svaporata. Lo conosciamo poco prima di vederlo avventurarsi per un viaggio, a prima vista senza capo né coda, al seguito di una bara in legno di mogano: essa trasporta i resti di un immigrato assunto clandestinamente dall'infingardo fratello - losco impresario edile - deceduto incidentalmente durante un lavoro in nero. Il ragazzo dovrà riportare ciò che resta del disgraziato alla propria famiglia fino in Ucraina.
Paesaggi sapientemente colti dal giovane regista in inquadrature visivamente potenti, (ma che stupendi!) riprendono l'immensità delle guance e della pancia del povero pingue Isidoro (che ha un nome da fatina dei cieli, ma in fondo tutta la vicenda è, a conti fatti, qualcosa di molto simile ad una trascinate e a volte poetica - specie se vista dagli occhi perennemente stupefatti e spauriti del protagonista - favola moderna). La bara si dimostra alla fine il più affabile, leale, affidabile interlocutore del povero e depresso Isidoro, che strada facendo si imbottisce di pastiglie e di lassativi, questi ultimi come ultima soluzione all'agognato impossibile dimagrimento redentore: il solo sistema che potrebbe far tornare al ragazzone la voglia di vivere e combattere per le proprie passioni. Lo sventurato Isidoro ne passa di tutti i colori, fino ad arrivare accidentalmente al paese del morto, dove si scopre che é svanita anche la famiglia della povera salma.
Visioni magiche e un po' mistiche nel contesto di una natura a stento contaminata da un progresso reticente o troppo timido (il vecchio "angelo" che si addormenta mentre guida il carro, proprio come aveva fatto Easy durante la sua ultima corsa di go-kart) apportano alla favola, semplice e bonaria, un tocco ed una atmosfera speciali che aiutano a renderci simpatica ed sin autorevole - non solo o semplicemente carina - tutta l'operazione sottostante.
Un film interessante forse perché, pur incentrato sul trasporto grottesco e tragicomico di una salma, in realtà riesce alla fine a risultare tutt'altro che lugubre o funereo, celebrando poco per volta, almeno per il protagonista, un percorso di rinascita, maturazione, e di presa consapevolezza delle proprie capacità e responsabilità nel mondo fuori dal guscio che dalla pubertà Isidoro si era creato, come una sorta di strumento di difesa contro un corpo in mutazione nel quale il ragazzone non riusciva più a riconoscersi e ad accettare come parte integrante di se stesso.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta