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Il caso Mattei

Regia di Francesco Rosi vedi scheda film

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La recensione su Il caso Mattei

di sasso67
8 stelle

Il caso Mattei è uno di quei film che potrebbero non smettere mai di far discutere gli appassionati di cinema, per il personaggio in sé, per quanto significò per l'Italia del boom economico e per il mistero che ancora avvolge la sua morte. Il film di Rosi è (inevitabilmente) ambiguo fin dal titolo, poiché con quel sostantivo accostato al nome del personaggio potrebbe riferirsi sia al "caso" suscitato dalla morte per così dire misteriosa del presidente dell'ENI, sia alla stessa figura del personaggio in sé, una sorta di anomalia nella storia politica dell'Italia repubblicana. Il regista non sceglie la prospettiva principale da cui guardare alla vicenda, perché, se da un lato torna continuamente sul "luogo del delitto", ossia sui campi fangosi di Bascapè (PV), dove gli inquirenti - almeno i primi - provarono a raccogliere i pezzi dell'aereo caduto e a capire come fosse avvenuto "l'incidente", dall'altro, anche mediante la scelta di un attore indubbiamente caratterizzante come Volonté, incentra tutta la storia sulla figura carismatica (ove non anche eroica) del protagonista Mattei. Con qualche difetto sull'uno e sull'altro versante, perché puntando sulla trama "gialla" e sulla figura dell'eroe solitario, resta sfocato, come su uno sfondo un po' lontano e nebbioso, il contesto politico nel quale si sviluppò la carriera di Mattei. Ma se a Rosi si può imputare tutto questo (peraltro, per la morte di Mattei vengono adombrate la pista delle "Sette sorelle" petrolifere americane e quella del controspionaggio francese, la famigerata OAS, senza menzionare alcun coinvolgimento di parte italiana), non gli si poteva certo chiedere di fare un saggio di politica economica dell'Italia e del contesto mediorientale del periodo a cavallo tra la fine degli anni Cinquanta e l'inizio degli anni Sessanta, come invece sembrano chiedergli i due autori (Mancino e Zambetti) del Castoro rosiano. I quali rimproverano al regista di non avere affrontato «problemi di fondo come quelli del rapporto fra aziende di Stato e aziende private, della strutturazione capitalistica delle stesse aziende di Stato, del tipo di sviluppo che si è avuto in Italia e a cui l'Eni ha contribuito, degli schieramenti politici che hanno reso possibile la creazione dell'Eni e ne hanno influenzato gli indirizzi, pur subendone a loro volta una certa influenza». Ho citato solo un piccolo passo di una critica serrata, tutta incentrata su temi come questo: i due autori del Castoro avrebbero preteso perfino un'analisi delle dinamiche delle correnti interne della Democrazia Cristiana e del sistema di occupazione del potere creato da questo partito. Io mi domando se sia da chiedere questo ad un film come Il caso Mattei, se Rosi fosse la persona adatta ad un'operazione del genere (forse sarebbe servito il Rossellini televisivo degli anni Sessanta e Settanta?), se la misura filmica sia quella idonea o se non sarebbe stato più congruo uno sceneggiato in almeno una cinquantina di puntate e se non sarebbe stata comunque discutibile la prospettiva ideologica da cui guardare ai fatti narrati, anche perché Rosi dimostra qui di essere un riformista di sinistra e chissà cosa ne avrebbero detto di un'impostazione simile dei marxisti ortodossi (nel 1972 esisteva ancora un grande partito comunista e c'era una galassia, confusa ma agguerrita, di movimenti extraparlamentari), un liberale come il giornalista interpretato nel film da Luigi Squarzina o un democristiano ad oltranza del tipo «avanti al centro contro gli opposti estremismi».

Resta, secondo me, che Il caso Mattei è un buon film d'indagine, punto di partenza per possibili discussioni, ancora una volta, sulla storia d'Italia, con misteri concatenati a soluzione indefinita, come dimostra la scomparsa di Mauro De Mauro, giornalista coinvolto da Rosi nelle indagini sugli ultimi giorni di Mattei in Sicilia (l'aereo del presidente dell'ENI cadde durante il viaggio di ritorno da Catania a Milano) e scomparso proprio durante la lavorazione del film.

Volonté fagocita il personaggio Enrico Mattei, facendone un capitano d'industria estroverso ed aggressivo, mentre pare che il Mattei della realtà fosse schivo ed alieno ai comportamenti istrionici che, invece, erano tipici dell'attore milanese.

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