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La forma dell'acqua

Regia di Guillermo Del Toro vedi scheda film

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La recensione su La forma dell'acqua

di room237
8 stelle

 

Come affrontare ''LA FORMA DELL' ACQUA''?

Manuale di sopravvivenza al film più discusso, premiato, amato, odiato e visto di questa stagione cinematografica

 

Di che cosa parla esattamente ''La forma dell'acqua''?

 

''E' la storia d'amore, ambientata negli anni 60 in piena Guerra Fredda, tra un mostro marino e una addetta alle pulizie muta che lavora nel laboratorio segreto dove la creatura è tenuta prigioniera dai servizi segreti americani che la vorrebbero usare come arma contro i sovietici''

 

Presentare un film con queste precise parole può condurre a due reazioni: rimanere affascinati da una trama simile, non vedere l'ora di scoprire come possa svilupparsi senza rompere quella sospensione dell'incredulità che tanto lega in maniera indissolubile lo spettatore all'opera d'arte; oppure la reazione, comprensibile ma non giustificabile, di accantonare il film, non concedergli neanche una possibilità, cestinarlo nel mucchio di quei film ''dalla trama troppo assurda da poter affrontare con la giusta serietà''. Poi però, ecco che il nome di Guillermo Del Toro in veste di regista, produttore e sceneggiatore, porta a incuriosire anche lo spettatore più scettico (perchè si sa, Del Toro è sinonimo di intrattenimento di qualità, di sostanza, di un cinema di genere che sembra essere scomparso, vuoi per interesse da parte di spettatori o produzioni, vuoi per la mancanza di idee valide in casa Hollywood, e non solo). Possiamo quindi affermare che la trama de ''La Forma dell'Acqua - The Shape of Water'' è semplicemente un pretesto per parlare d'altro, uno strumento a servizio del messaggio che il regista vuole trasmetterci portando in scena la sua idea di cinema, la punta di un iceberg da scoprire durante tutta la visione dell'opera. Dunque se qualcuno vi dovesse un giorno domandare: ''Di che cosa parla esattamente ''La Forma dell'Acqua - The Shape of Water?'' - voi rispondetegli - ''Di tante cose''. 

 

Veniamo quindi al punto

Durante la presentazione alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia 2017, il regista Guillermo Del Toro (che si aggiudicherà poi il Leone D'Oro al Miglior Film proprio grazie a ''La Forma dell'Acqua'') spiegò in modo egregio il nocciolo della questione, il punto d'inzio e di fine intorno al quale ruota tutto il film e, cercando di riportare a ricordo le parole del regista, possiamo subito capire come il film abbia nel suo esistere un immenso valore poetico, esistenziale, profondamente intimo e personale:

 

''Ho concepito il film pensando che l'acqua non ha una sua forma, essa si adatta al recipiente dove è versata, cambia costantemente la sua forma pur rimando se stessa. L'amore è esattamente questo: adattarsi all'altro, alla sua forma che ci avvolge, che ci accoglie e noi siamo chiamati a riempire il suo vuoto con la nostra essenza; l'amore, come l'acqua, può assumere molteplici forme diverse senza perdere la sua potenza e ognuno è se stesso pur essendo in funzione dell'altro.'' 

 

Ecco allora come una trama assurda ai limiti dei peggiori (o migliori) film di serie B possa inaspettatamente trasformarsi in qualcosa di più alto, la capacità del regista di elevarla e sfruttare la sua massima potenzialità, creando un film per le masse senza dimenticare la valenza personale che la storia possiede. Come ogni grande film d'autore (perchè sì, questo film è un film d'autore, senza avere la pretenziosità di esserlo) fornisce molteplici spunti di riflessione anche su altre tematiche che la storia e i suoi personaggi incarnano: il personaggio dell'artista omosessuale isolato da tutto e da tutti (interpretato da un ottimo Richard Jenkins), la malinconia e la sensibilità di un uomo segragate in un polveroso appartamento, incomprese dalla modernità e dalla frenesia del mondo contemporaneo - ''Sono nato troppo tardi o troppo presto per la mia vita'' - confesserà l'artista alla creatura; la dolcezza e la voglia di vivere la vita, in tutte le forme con la quale questa si presenta, della protagonista (una strepitosa Sally Hawkins) che vede nella creatura il riempimento del suo vuoto interiore; la spia sovietica (l'ormai affermato attore di grandi film Michael Stuhlbarg) e il suo desiderio di non avere barriere, di essere solo al servizio degli altri come strumento per realizzare se stesso, cercare strade alternative alla violenza per risolvere le questioni e l'enorme affetto verso la creatura, non un mostro, non un essere, ma un individuo da salvare. Ecco quindi che la creatura diventa lo strumento per far emergere in tutti i personaggi che la incontrano i loro lati più deboli che si rivelano però essere quelli più profondi e autentici. Come contrappeso a un campionario di personaggi dal valore positivo abbiamo il lato malvagio dell'ottimo e ben scritto antagonista, il colonello Strickland (un grande Michael Shannon che dimostra di essere tra gli attori più bravi della sua generazione), anch'egli un personaggi ricco di interessanti sfumature psicologiche, molto più dinamico di quanto si possa pensare. ''La Forma dell' Acqua - The Shape of Water'' è quindi un film che parla di ultimi, di emarginati che cercano di trovare una loro forma in un mondo che sembra non volerli accogliere, di un amore assurdo ma autentico, di amicizia e di aiuto, politica e attualità, modernismo e tradizione, cinema d'autore che incontra cinema di genere. 

 

La forma del film

Guillermo Del Toro dipinge un film esteticamente perfetto, colori vivi, accessi, tra loro contrastanti che riempono la tela dello schermo, quadri, uno dietro l'altro, inquadratura dopo inquadratura. Le dolci melodie di Desplat, le canzoni d'amore anni 50, l'orchestra e il pianoforte, i musical di Hollywood fanno da accompagnamento musicale alla storia cullandoci tra una scena e l'altra, immedesimandoci nella narrazione. La regia classica, semplice, pulita, che desidera solo mostrare i sentimenti: non c'è voglia di stupire con grandi scene d'azione, con invadenti effetti speciali, c'è voglia di raccontare una storia e i suoi interpreti. Il film è un inno d'amore al cinema, quello vero, autentico, fatto con il cuore, che anche se difettoso (questo film ha sì qualche difetto: prevedibilità della trama e qualche luogo comune di troppo) fa piacere vedere perchè rispettoso verso lo spettatore e l'arte di fare cinema, un inno all'amore e alle sue forme, alla diversità e alla potenza delle debolezza, un elogio alla malinconia. 

 

Quindi...in conclusione...

Per sopravvivere a questo film bisogna vederlo con gli occhi curiosi di un bambino e la malinconia di un adulto, con la consapevolezza di assistere a una storia assurda quanto mai vera e se, nonostante tutto, il film non vi sarà piaciuto non importa, non è fatto per piacere a tutti e forse la sua forza è proprio questa, ma vi prego, continuate a dargli sempre una possibilità per stupirvi. 

 

"Incapace di percepire la tua forma, ti trovo tutto intorno a me. La tua presenza mi riempie gli occhi del tuo amore, umilia il mio cuore, perché tu sei ovunque."

 

Room237

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