La recensione su Hamon: Yakuza Boogie

di alan smithee

6 stelle

FAR EAST FILM FESTIVAL 19 - UDINE

"I soldi non portano la felicità, ma aiutano a corrompere l'infelicita'"....parola di Alfred Hitchcock, e dunque citazione fra le più ricorrenti sulla bocca di un produttore cinematigrafico giapponese che, con la sua flemma mellifluo e corruttiva, riesce a convincere un boss malavitoso al soldo della Yakuza, pure lui appassionato cinefilo, a farsi prestare, tramite un imbranato broker spintato, i soldi necessari a finanziare il suo nuovo film.

Salvo poi sparire col malloppo, con al seguito la strana improbabile coppia dei due nuovi soci-per-necessita', fregato come due polli.

La circostanza sarà il "la" affinché gli attriti tra due clan rivali si tramutino in una vera e propria sanguinosa lotta alla sopravvivenza, con l'anziano produttore più volte riacciuffato e malmenato, ma di fatto quasi immortale o comunque resistente ad ogni intimidazione, anche sadica.

Gags spesso divertenti e scoppiettanti, violenza sadica a scoppi repentini per un film carino e sanguigno, che omaggia e cita cinema e cinefili, ma anche un po' confusionario e dispersivo, in cui le ragioni della trama si perdono in po' troppo per la tortuosa strada intrapresa dai due malcapitati per venire a capo della somma a loro sottratta.

Carino e pulp, ma un po' troppo fine a se stesso, come uno scherzo un po' troppo lungo e ripetitivo.

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