Regia di Armando Iannucci vedi scheda film
Stalin muore. Si accende la lotta per la successione.
L'idea di partenza è molto accattivante: una satira sul dietro le quinte della lotta alla successione di uno dei maggiori dittatori della storia, per giunta dietro al paravento di un'apparenza statalizzata che giustifica le peggiori nefandezze. Anche il cast è di prim'ordine: alcuni ottimi attori inglesi (Simon Russell Beale, Paddy Considine, Michael Palin, Jason Isaacs..) con l'aggiunta del non convenzionalmente statunitense Steve Buscemi sembrerebbero avere tutte le carte in regola per garantire il british touch necessario alla missione.
Eppure l'inizio lascia interedetti: i luogotenenti e ministri di partito sembrano una sfilata di macchiette non particolarmente intelligenti e le trovate comiche non sfondano come dovrebbero. Per fortuna, dalla morte del leader supremo, i meccanismi della Storia imprimono un altro ritmo alla vicenda e la ricerca della risata un po' facile, per quanto non del tutto abbandonata, passa in secondo piano rispetto alle dinamiche di potere, permettendo ai personaggi (o almeno ad alcuni di essi) di raggiungere un maggiore spessore.
Un film non del tutto riuscito quindi, ma con vari spunti interessanti, che nelle mani di un regista più vivace avrebbero forse portato a un risultato più compiuto, ma che anche in questo caso intrattengono quanto basta (e facile presupporre per questo film un premio del pubblico al TFF, mentre dubito possa ambire a riconoscimenti più "ufficiali")
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