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Quello che non so di lei

Regia di Roman Polanski vedi scheda film

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La recensione su Quello che non so di lei

di maghella
7 stelle

Delphine Dayrieux è una scrittrice francese di successo. Durante la promozione del suo ultimo libro conosce una giovane ammiratrice. Le due donne iniziano a parlare, e Delphine scopre di riuscire ad aprirsi con Elle (questo il nome della ragazza) e a cercarne la compagnia nei giorni a seguire. Ogni pretesto è buono per potersi incontrare e confrontarsi sulle proprie vicende lavorative e personali. Delphine sta passando un periodo di crisi esistenziale: non scrive più da molti mesi; lasciata sola dai suoi due figli ormai grandi e desiderosi di trovarsi una propria indipendenza lontano dalla madre troppo ingombrante; una storia sentimentale anomala con Francois, un critico letterario che conduce una importante rubrica televisiva che ospita famosi scrittori e romanzieri, con il quale però non riesce ad instaurare un rapporto di convivenza quotidiano, Delphine cerca e si rifugia nella solitudine della sua casa e nella disperazione della pagina bianca che risplende crudelmente dal suo pc. Elle diventa da subito una presenza indispensabile per dare ordine alla sua confusione. Il loro rapporto diventa quasi esclusivo proprio per volontà di Elle che riesce ad isolare Delphine dai suoi contatti affettivi e lavorativi, spronandola a concentrarsi solo sul libro che deve scrivere, ispirandosi alle proprie emozioni, ai ricordi, alla vita vissuta, piuttosto che su una storia di finzione. Delphine è invece impaurita da alcune lettere anonime che continuano ad arrivarle e che l'accusano di aver sfruttato il suicidio della madre per trarne un successo personale con il suo ultimo best seller.

Il rapporto morboso delle due amiche scricchiola quando le donne convivono nella casa di Delphine. Elle diventa sempre più invadente nella vita della scrittrice, tanto da prenderne il posto in una lezione studentesca alla quale Delphine proprio non aveva voglia di recarsi.

Una caduta accidentale per le scale da parte di Delphine e qualcosa si rompe sia nel corpo (si frattura la tibia della gamba destra) sia nell'animo della donna che inizia a vedere Elle non più come l'amica alla quale appoggiarsi, ma come una fonte di ispirazione per il suo nuovo libro. Elle infatti comincia a raccontarsi, ad aprirsi e a svelare cose di sé e della sua vita, Delphine comprende così di aver trovato finalmente lo spunto per la sua storia e la voglia di ricominciare a lavorare. Elle non tarda a scoprire il vero motivo per cui Delphine la ospita nuovamente nella casa di campagna di Francois (che intanto è assente per lavoro), e sentendosi tradita, cercherà di porre fine in maniera tragica al loro rapporto.

Contrariamente alla trama e ai personaggi, questo non è un thriller, se non ad un livello puramente superficiale. La storia va letta in maniera più profonda. La crisi esistenziale di una donna di successo di cinquant'anni che sente sulle proprie spalle il peso di una vita che è giunta ad una svolta decisiva e radicale. Delphine si sente oppressa dalle manifestazioni di affetto dei propri fans, che ossessivamente le chiedono conforto per le proprie disgrazie e che vedono nei suoi romanzi lo specchio delle loro esistenze senza comprendere che su quelle pagine c'è la sua di vita. Elle spunta proprio come un'ancora di salvezza, da quelle decine di volti che chiedono dediche per altre persone. Nasce un profondo senso di isolamento per Delphine, nonostante la donna sia circondata da molte attenzioni e da sincero amore, non è stata in grado di costruire intorno a lei quella rete affettiva che la faccia sentire protetta e sicura. Il suo compagno è il primo, che con il suo lavoro, la fa stare sempre in ansia da prestazione con il continuo confronto con i più illustri scrittori (uomini) del momento (non a caso il nome della protagonista coincide con il nome della scrittrice dell'omonimo romanzo da cui è tratto il film -Delphine De Vigan- e i nomi degli scrittori menzionati nel film sono Ellroy piuttosto che McEwan). Delphine è una donna che appare stanca e affaticata fisicamente, trascurata nell'aspetto nasconde sotto maglie larghe e cappelli di lana un corpo e un viso che un tempo erano stati freschi e giovani. Elle è al contrario sempre curatissima ed elegante, precisa e ordinata riesce ad organizzare la giornata e la vita grazie a e-mail e biglietti sparsi per la casa, alleggerendo non poco la confusione mentale di Delphine. Quello a cui si assiste è in sostanza un processo creativo della scrittrice, che soltanto racchiudendosi in una solitudine malsana riesce a dialogare con la parte di sé più profonda, tirando fuori quelli che saranno i suoi prossimi personaggi.

Non è difficile scoprire il trucco narrativo della storia, Polanski non si preoccupa di costruire il colpo di scena finale, quanto di tessere una tela psicologica tra le due donne, due menti, due personalità, con un dialogo costante fatto non solo di parole quanto di gesti e anche di oggetti che rendono una donna completa. Fondamentale infatti sono i quadernetti che Delphine utilizza per i propri appunti, che vengono inizialmente persi e poi ritrovati. Una sorta di memoria cartacea che deve essere ricostruita piano piano e con pazienza cominciando proprio dal nome che sarà della protagonista del suo nuovo romanzo: ELLE.

Elle prende così vita nella mente e nella vita della scrittrice, che si abbandona alle sue prepotenze, alle sue storie, da lei si lascia avvelenare nello spirito e nel corpo fino quasi a perdere il senno, rapita completamente dalla sua nuova personalità Delphine troverà finalmente la forza di uscire fuori dal suo torpore creativo e a trovare una nuova linfa vitale.

Roman Polanski scrive insieme ad Olivier Assayas la sceneggiatura del film, è curioso che un rapporto femminile tanto morboso sia stato così ben compreso da due uomini. Due uomini, che va detto, da tempo si sono dedicati a raccontare l'universo femminile con sensibilità e voglia di aggiungere qualcosa di originale a quanto detto fino ad ora.

Ottima l'interpretazione di Emanuelle Seigner nella parte di Delphine  e di Eva Green in quella di Elle. Emanuelle Seigner si mostra generosamente nelle sue fragilità di donna matura, accettando il confronto e la critica che può essere crudele nei confronti di un'attrice che non fa compromessi con l'età che avanza. Esiste una bellezza interiore, fatta di luce ed espressività che supera le barriere temporali, la Seigner ne è un esempio.

Un film che deluderà chi si aspetta un più scontato thriller, o a chi farà frettolosi paragoni con un Polanski di cinquant'anni fa. Un film che piacerà molto a chi cerca una riflessione su certi meccanismi mentali tipici di alcune personalità femminili, a questo riguardo Polanski rimane uno dei registi più attenti.

 

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