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Nato a Casal di Principe

Regia di Bruno Oliviero vedi scheda film

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La recensione su Nato a Casal di Principe

di Spaggy
8 stelle

La sera del 19 settembre 1989 Paolo Letizia, il figlio ventenne di un piccolo imprenditore, viene sequestrato mentre si trova appartato con un amico e due ragazze. Nei giorni successivi, il fratello Amedeo, aspirante attore, prova a capire cosa gli è realmente successo, muovendosi in ambienti estranei al resto della sua famiglia. Lo fa con l’aiuto del cugino Marco e del fratello minore Leonardo. Il territorio in cui si muove è però uno dei più criminali d’Italia: Casal di Principe, comune nel casertano tristemente noto per essere la patria del clan dei casalesi e individuato da Roberto Saviano come il centro indiscusso della camorra casertana nel romanzo Gomorra.

Anni dopo Amedeo Letizia a scrivere Nato a Casal di Principe insieme a Paola Zanuttini, in cui ripercorre quei giorni segnati da sangue, mistiche tradizioni e rituali barbari. Divenuto nel frattempo affermato attore e produttore (tra i titoli che si devono alla sua lungimiranza si ricorda con molto piacere Il resto di niente), Letizia ha scelto di lasciarsi alle spalle un passato non facile dimostrando come con forza e determinazione si può scegliere di essere differenti dal contesto che la vita ti impone. Nonostante la sua famiglia fosse lontana dagli ambienti della criminalità organizzata, il fratello Paolo si muoveva nel mondo dei piccoli crimini e a suo carico vi erano anche un paio di giorni di carcere per un furto ai danni del proprietario del tiro a segno in cui anche Amedeo ha imparato a sparare. In una giungla come quella di Casal di Principe, in cui i boss vanno in giro in Mercedes e le armi si riparano dal ferramenta senza che le forze dell’ordine battano ciglio, pestare i piedi a chi non si deve equivale a una condanna di morte. Solo nel 2013 alcuni pentiti rivelano che Paolo è stato ucciso ma non forniscono ulteriori indicazioni su dove sia stato sepolto. Ciò rende la sua storia ancora particolarmente dolorosa per la famiglia, nel frattempo sconvolta dalla perdita anche del figlio minore Leonardo.

Subito dopo la scomparsa di Paolo e una strana telefonata, la famiglia si convince che il ragazzo sia vivo. La madre Teresa è stremata dal dolore e l’unica fonte di conforto per la donna, splendidamente ritratta da una ritrovata Donatella Finocchiaro, è rappresentata dalla religione tanto che il suo credo la porta fino al cospetto delle visioni della “santa” Natuzza Evola (interpretata da un’altra attrice siciliana in grande forma, Lucia Sardo). Il padre Arturo, con il volto di Massimiliano Gallo, invece spera nelle autorità e si aggrappa a una cartolina. L’unico che indaga nel territorio è Amedeo, che conosce codici, rituali ed esponenti della malavita. Ha la mentalità dello scagnozzo e insieme al cugino Marco e al fratello Leonardo non teme i probabili nemici, organizza anche la sua personale vendetta ma sceglie poi di differenziarsi. “Non hai avuto le palle di ammazzarlo”, inveisce Marco non capendo come invece il cugino abbia finalmente fatto il grande salto, affrancandosi da una vita senza speranza. Scegliendo di non macchiarsi le mani di sangue, Amedeo accetta la proposta di lavoro che cambierà la sua vita per sempre e che gli aprirà le porte della serie tv targata Rai I ragazzi del muretto.

Alessio Lapice, Paolo Marco Caterino

Nato a Casal di Principe (2017): Alessio Lapice, Paolo Marco Caterino

 

Nel trasporre la storia sullo schermo Bruno Oliviero si affida a un soggetto firmato da Amedeo Letizia, Massimiliano Virgilio e Maurizio Braucci. In maniera ammirevole, evita il rischio di proporre un Anime nere in salsa campana (le tematiche del resto sono simili e Braucci firma anche il film di Francesco Munzi) e affida alla tensione tra criminalità e normalità il compito di sorreggere il racconto di un viaggio iniziatico che porterà a una catarsi totale. Affrontando famiglia, contesto sociale e anche se stesso, il ventenne Amedeo Letizia diviene nelle mani di Oliviero un giovane che tra dolore, violenza e orrore, sfida i propri demoni e le sue origini per fare nascere un nuovo io differente. Cinema di denuncia o sociale, come si diceva un tempo, Nato a Casal di Principe non si concede orpelli narrativi e rimane concretamente ancorato alla storia, con una serie di scene madri naturali e realistiche che riflettono come l’anima in pena di Amedeo scelga di lasciare il girone infernale a cui la vita sembrava predestinarlo. Come il giovanissimo Marlon Brando di Fronte del porto si muove anche l’Amedeo Letizia raffigurato da Alessio Lapice, attore napoletano che, dopo le esperienze televisive di Gomorra – La serie e Fuoco amico, ha esordito al cinema con Il padre d’Italia e che è da tenere d’occhio.

Divertente poi la scelta di Oliviero di regalare un cameo ai veri attori che hanno accompagnato Alessio Letizia sul set di I ragazzi del muretto, da Elodie Treccani a Francesca Antonelli passando per Claudio Lorimer e Lorenzo Amato.

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