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La ruota delle meraviglie

Regia di Woody Allen vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La ruota delle meraviglie

di DeathCross
8 stelle

Sottile spirito da Commedia Alleniana, ma più che altro si rafforza la Vena Melodrammatica, anzi Tragica del Regista, dove la Tragedia è causata da una concatenazione di Scelte, Fato, Sensi di Colpa e Accuse.
Prende però il Sopravvento la Monotonia, e l’Unico Personaggio maggiormente Vissuto (Carolina) viene fatta sparire. Ginny invece è un Personaggio anti-Tragico, che interpreta una parte ma, come nelle migliori Interpretazioni, esprime tra le righe la sua Personalità, il suo Spirito. Humpty è, invece, un uomo semplice (e in quanto tale non può essere visto come L’Uomo Semplice), ma non per questo irreale. Richie invece è un ragazzo problematico e indecifrabile. Tutti questi Personaggi hanno sofferto e soffrono profondamente. Il Protagonista che, invece, esce veramente distrutto, sul piano “etico”, dal Film è proprio il Narratore, il “bagnino-poeta” (in realtà forse né l’uno né l’altro, almeno sul piano dell’impegno) Mickey: per certi versi la sua dichiarazione di ‘falsamento’ dell’obiettività (che poi può essere letta come una dichiarazione dell’inattendibilità della Prima Persona come forma narrante, ma a pensarci bene ora forse sarebbe troppo banale ciò) può essere un tranello con cui ingannare noi, il pubblico a cui lui stesso si rivolge direttamente, a volte anche nel bel mezzo dell’azione, per farci prendere per buona la sua visione. Insomma, un modo per farsi assolvere auto-accusandosi. In realtà, però, lui, che in quanto Narratore non vive anche se si intrufola come Personaggio della storia, è il più arrogante e finto di tutti i Personaggi, un ingannatore, uno che manovra (e quindi sfrutta) le Vite altrui (proprio perché Narratore) fingendo di essere un semplice osservatore (e quindi spacciandosi per obiettivo), e in fin dei conti il vero responsabile della Tragedia è lui con la sua irresponsabilità mascherata da spirito poetico. Le colpe verranno prese da Ginny, ma lei accetterà, dimostrando una grande forza, di prendersi le proprie responsabilità, anche se paradossalmente non confesserà (probabilmente mai) la sua Colpa (aver consegnato, tramite l’Inattività, e questo è fondamentale) la figliastra ai gangster che la cercavano: continuerà infatti a farsi carico della Sofferenza del Marito e dei Problemi del Figlio gestendo allo stesso tempo il suo stesso Rimorso, dimostrando una Forza che lei nega di avere come anche il suo amante (il quale però nasconde il suo giudizio sotto il più gradevole aggettivo ‘fragile’). Il primo piano con cui si conclude il Film è fondamentale in questo senso, e pone anzi molte altre Domande.
Ottime le Musiche, Magnifico il Cast (con la Winslet nella sua ennesima Grande Prova Attoriale), montaggio impeccabile nella costruzione narrativa (con dei flashback ottimamente inseriti), una Fotografia straordinaria (i Colori mi hanno ricordato, pur essendo visibilmente contemporanei, lo stile degli Anni ‘50), una sceneggiatura sempre molto ben ritmata, nelle battute quanto nei dialoghi più esistenziali e in quelli più quotidiani (spesso mescolati assieme), e una regia che riesce come sempre a dare risalto ad ogni aspetto e ad ogni contributo mantenendo tutto all’interno di una genuina coerenza stilistica.
Probabilmente non un Capolavoro, ma una ennesima conferma della Grandiosità di Woody Allen, Autore che a questo punto devo assolutamente approfondire con maggior solerzia e attenzione di quanto fatto finora: purtroppo questo è soltanto la mia 5^ Visione nella sua Filmografia, e tra l’altro è il suo più Film recente da me visto dopo il ‘79iano “Manhattan”!

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