Regia di Paul Thomas Anderson vedi scheda film
A distanza di una manciata di giorni dalla sua uscita, Il Filo Nascosto si è già accaparrato grossi consensi da parte di critica e pubblico a livello mondiale. A splendere sono soprattutto la bravura e la cura maniacale per i dettagli con le quali il regista californiano Paul Thomas Anderson, autore a 360° in grado di mutare in arte qualsiasi cosa abbia per le mani, edifica una storia a tratti semplice ma estremamente complessa, oltre che la magistrale performance di Daniel Day-Lewis, attore di una purezza disarmante che regala l'ultima grande interpretazione della sua carriera cinematografica. Come ogni grande pellicola che si stimi, la nuova opera di Anderson è un incantevole viaggio nei meandri della settima arte che eguaglia, per potenza e perfezione visiva, un altro suo grande capolavoro dal titolo Il Petroliere, sempre interpretato dall'immenso Day-Lewis.
Siamo a Londra nel pieno degli anni '50. Reynolds Woodcock è un celebre stilista che domina il mondo della moda britannica. Il carattere forte e introverso fanno di lui una persona estremamente austera e molto affascinante. La sua vita, governata da ossessive manie e morbosa dedizione al lavoro, viene completamente stravolta quando conosce Alma, una giovane cameriera che lavora in un paesino dell'Inghilterra meridionale. Tra i due nascerà un complesso rapporto amoroso che finirà per cambiare per sempre le loro vite.
Paul Thomas Anderson si riconferma come uno dei migliori cineasti viventi confezionando un affresco visivo di ineguagliabile stupore e perfezione visiva. Accanto alla bravura di Day-Lewis trovano spazio la potenza delle immagini, scandite da una fotografia desaturata che in certi punti riesce a brillare in maniera accecante - la potente luce emanata dall'abito bianco della principessa francese durante le scene della ricucitura o della dichiarazione di matrimonio, vero e proprio “colpo nell'occhio” per quanto sia magnificamente accentuata da Anderson - e l'eleganza registica mai assente che avvicina questo film, per costruzione e precisione compositiva, al cinema di Stanley Kubrick.
Il Filo Nascosto si presenta come una storia apparentemente banale e scontata ma che conserva al suo interno un'evoluzione complessa e un costante approfondimento introspettivo dell'animo umano e delle proprie perversioni. Anderson esplora la natura ossessiva e perversa dell'uomo attraverso un rapporto morboso e spesso "malato" che mette bene in evidenza il tema della possessione e del dominio a scopo ludico-sessuale ed esistenziale (esplicitato nelle scene della raccolta e successiva preparazione dei funghi e nei dialoghi tra la ragazza e il medico), nonché il fondamento sul quale si erge il legame che unisce Reyolds e Alma, che viene costantemente pervaso da una massiccia dose di erotismo quasi velato. Pur non mostrando mai nudi integrali o scene di sesso esplicite, Anderson è un maestro nel far avvertire la passione e gli impulsi sessuali tra i due protagonisti per tutto il film. Ciò che affiora è un continuo desiderio di ottenere qualcosa di impossibile o semplicemente irraggiungibile. La coppia è in questo caso vista come un mostro che si alimenta mangiandosi a vicenda, nutrendosi delle proprie paure e insicurezze.
Il mostro, per esistere, è costretto a vivere una situazione di perenne insaziabilità e insoddisfazione che lo motiverà sempre ad andare alla ricerca di tutto ciò che potrà colmare le sue mancanze. Alma e Reynolds, due personalità forti che entrano in "collisione", saranno destinati a cercarsi e conquistarsi per il resto della loro vita per ottenere quell'effimero e insano momento di felicità.Le espressioni contorte ma compiaciute di un meraviglioso Daniel Day-Lewis e l'aria da ragazza apparentemente indifesa ma deviata della brava Vicky Krieps, fanno di questa coppia una perfetta rappresentazione delirante - o forse è proprio su queste fondamenta dissennate che si costruisce un rapporto reputato sano e duraturo - dell'amore di coppia.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta