Regia di Simone Godano vedi scheda film
Diretto da Simone Godano, grazie all'intervento di Sydney Sibilia, regista della trilogia (in produzione) di "Smetto Quando Voglio", e prodotto dalla Warner Bros Ita., "Moglie E Marito" è una commedia, dallo spirito americano, molto intrattenente e soprattutto che diverte. E' un tipo di commedia che non rivedevo da "Smetto Quando Voglio 2 - Masterclass", visto quasi 3 mesi fa. Riesce a risaltare lo spirito critico, seppure non tanto innovativo, del cinema italiano nei confronti di alcune tematiche: un esempio è la critica che la protagonista Sofia (Kasia Smutniak) vuole puntare dinnanzi all'essere donna. Stavolta, rispetto ad altre recensioni, nella trama non farò tantissimi spoiler. Il film narra della vicenda di Andrea (Pierfrancesco Favino) e Sofia, una "bella" coppia con due figli. Il problema fra di loro è proprio il rapporto coniugale: non si sopportano. Per ogni minima cosa, entrambi hanno sempre qualcosa da dire. Sofia lavora per un programma televisivo, "Buongiorno Oggi", parodia di "Pomeriggio Cinque", programma che lotta per i diritti delle donne (a quanto pare), mentre Andrea lavora come neurologo e, negli ultimi sei anni, grazie all'aiuto del suo migliore amico e collega Michele (Valerio Aprea), uno dei tre sceneggiatori di "Occhi Del Cuore" in "Boris", ha inventato una macchina che riesce a percepire i pensieri di altre persone e, durante un esperimento con la moglie, entrambi si ritrovano improvvisamente nel corpo dell'altro e Andrea è Sofia e Sofia è Andrea, ed entrambi dovranno cercare di essere "normali" fino a quando Andrea, nel corpo di Sofia, non riuscirà a risolvere l'emblema per ritornare come prima. Una commedia interessante, anche se vabbè, non è un'innovazione, ma i tempi comici sono giustissimi e la regia è molto studiata: movimenti di macchina mozzafiato, con una fotografia accesa ed è strano per una tipica commedia made in Italy. I due protagonisti sono, a livello recitativo, molto bravi e molti espressivi. Complimenti soprattutto alla Smutniak, la quale è riuscita a sorprendermi nel discorso finale, quale ho menzionato prima. Alla fine capirete il motivo della costruzione della macchina, a parer mio molto interessante. Da una produzione di Sibilia un po' me lo sarei aspettato, ma non ai livelli di dire "è una di quelle commedie che mi rivedrei".
E un punto in vantaggio a ciò che vorrei menzionare è l'assistenza alla regia di mio fratello, Luca Arcidiacono. Complimenti!
8 e mezzo.
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