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Regia di George Clooney vedi scheda film

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La recensione su Suburbicon

di Corinzio
7 stelle

Gli anni cinquanta americani sono considerati un'epoca d'oro in cui il cosidetto sogno americano era non solo a portata di mano, ma si poteva toccare in maniera tangibile. Il problema è che la visione di questo sogno, poneva in sottordine le sue contraddizioni.

Il film di Clooney, basato su una vecchia sceneggiatura dei Coen, è strutturato su due linee principali: la violenza collettiva che nasce e si sviluppa quando nel quartiere si installano una famiglia di neri e la violenza domestica che si consuma all'interno della famiglia Lodge.

Si possono riscontrare facilmente alcuni elementi portanti dell'intreccio, nelle opere precedenti dei fratelli del Minnesota come Blood Simple o Fargo. Ad un intreccio coeniano che si manifesta soprattutto in ambito domestico, Clooney sviluppa maggiormente l'aspetto collettivo con il razzismo e l'elevazione di steccati e barriere che non nascondono di certo i suoi intenti per sferrare un attacco alle derive trumpiane dell'America.

Certamente fra queste due linee principali è presente più di una scollatura, non riuscendo a creare un legame più solido di quello che presenta. A tratti anche divertente, dotato di un certo grado d'ironia, il film di Clooney non riesce a graffiare con la necessaria cattiveria, pur rimanendo comunque un lavoro di tutto rispetto e certamente migliore dello scivolone di Monument Man. Apprezzabile ma non all'altezza delle opere migliori di Clooney.

locandina

Suburbicon (2017): locandina

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