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Dead Man

Regia di Jim Jarmusch vedi scheda film

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La recensione su Dead Man

di supadany
8 stelle

VOTO : 7.

Questo “Dead man” è, artisticamente parlando, un prodotto d’autore tanto interessante quanto accattivante, rischioso, a suo modo estremo (sembra un western, ma in fondo è tutt’altro, anche se non è facile capire esattamente cosa), probabilmente eccessivo, destinato quindi a dividere tra entusiasti e spaesati (se si ha l’impostazione da western classico meglio lasciar perdere fin da subito).

Personalmente mi è parso un bel film, ma con qualche eccesso di troppo e qualche momento di “stanca” che si potevano facilmente limare rendendo l’insieme più solido.

William Blake (Johnny Deep) è un uomo in fuga, braccato da un killer risoluto (Lance Henriksen), che, lungo la sua peregrinazione, s’imbatte in un indiano, di nome “Nessuno” che lo vede come la reincarnazione dell’omonimo  poeta.

Il viaggio di William diventerà sempre più un percorso onirico con un punto d’arrivo quasi obbligatorio e per nulla felice.

Lavoro, per molti motivi, decisamente affascinante questo di Jim Jarmusch che tramuta un viaggio in una sorta di discesa agli inferi (con squarci di violenza improvvisa, grande ruolo per Henriksen).

Ottima la scelta estetica del bianco e nero, che si abbina in maniera egregia con le tematiche e le situazioni del film, buone le ambientazioni utilizzate, per lo più caratterizzate da una natura volutamente spoglia e lontana dall’essere fonte di salvezza (paesaggi tutt’altro che accoglienti), mentre l’occhio riceve assai di più dell’orecchio (pochi dialoghi, molto spazio per le sensazioni visive, spirito decisamente allucinatorio).

Infatti, colpisce molto la visionarietà, forse pure troppo, da un lato può essere vista come un (notevole) valore aggiunto, dall’altro come diversivo caratterizzato da qualche eccesso di troppo.

Sempre valido l’accompagnamento musicale firmato da Neil Young, cameo di Robert Mitchum (omaggio ad un genere, il western, che qui c’è e non c’è allo stesso tempo), mentre il finale rimane coerente con il percorso intrapreso dal film (d’altronde Jarmusch sarà criticabile per tante cose, ma certo non per la sua integrità).

Dunque un film con tanti valori, contraddistinto da tratti somatici di indubbia valenza, ma anche talmente atipico (e nemmeno di così facile recepimento) da generare dubbi sulla sua reale consistenza che, secondo me, c’è, ma non mi ha nemmeno convinto del tutto (qualche trascinamento non manca).

Affascinante, forse incompiuto, sicuramente alternativo, e sorprendente (nel bene e nel male), nel midollo.

Su Jim Jarmusch

VOTO : 7. Stilisticamente molto invitante, compie tante scelte coraggiose, la maggior parte riuscite.

Su Johnny Depp

VOTO : 6/7. Bravo, ha un bel personaggio tra le mani e lo lavora bene.

Su Gary Farmer

VOTO : 6++. Soddisfacente.

Su John Hurt

VOTO : 6,5. Valida presenza.

Su Gabriel Byrne

VOTO : 6++. Partecipazione di tutto rispetto.

Su Robert Mitchum

VOTO : 6,5. Apparizione che lascia il segno nella memoria di un cinefilo.

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