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Fino all'osso

Regia di Marti Noxon vedi scheda film

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La recensione su Fino all'osso

di maurizio73
6 stelle

Usando l'ironia e il cinismo per blandire un pubblico alle prese con il disgusto verso gli intollerabili guasti della denutrizione, sposa con intelligenza l'idea che la cura per l'inadeguatezza dell'anima di chi rifiuta di nutrire il corpo stia nell'equilibrio delle relazioni piuttosto che nel superamento di un insostenibile regime metabolico.

L'ultima spiaggia per Ellen, ventenne anoressica dallo spiccato talento artistico a dalla situazione familiare disastrata, sembra l'hospice di accoglienza gestito da un eccentrico ed originale terapista. La frequentazione con ragazzi che condividono i suoi stessi problemi però, rischia di acuire il suoi sensi di colpa ed il suo già precario stato fisico. Quando ormai la situazione appare disperata...

 

locandina

Fino all'osso (2017): locandina

 

Le regole della casa del cibo...ovvero un club di atleti della consunzione in lotta contro un vissuto di anaffettività familiare che alimentano le loro residue speranze di sopravvivenza. L'esordio cinematografico di Marti Noxon (Buffy, Angel, Mad Men, Point Pleasant, Grey's Anatomy) passa attraverso la scomoda tematica di un disordine alimentare che l'autrice televisiva pare aver condiviso con quello della sua brava protagonista: una Lili Collins dalla bellezza emaciata che ne rappresenta un riconoscibile ed emblematico alter ego, talento artistico e madre gay compresi.
Ben centrato su di una vicenda dolceamara che usa l'ironia e il cinismo come armi per blandire un pubblico alle prese con il disgusto verso gli intollerabili guasti della denutrizione, è un film che sposa con intelligenza l'idea che la cura per l'inadeguatezza dell'anima di chi rifiuta di nutrire il corpo stia nell'equilibrio delle relazioni (con i coinquilini, con i familiari, con se stessi) piuttosto che nel superamento di un insostenibile regime metabolico. Mettendo a fuoco solo gli elementi importanti per tratteggiare i vari caratteri, è un racconto che cerca di evitare inutili divagazioni narrative e melodrammatiche: Il vissuto e le ragioni della sola protagonista sono approfonditi, il medico (di nome Beckham!) dribbla abilmente la scena facendo capolino di quando in quando ed il film si regge sull'intrecciarsi delle relazioni umane che rappresentano tanto la sua struttura narrativa quanto la panacea verso l'inconfessato male di vivere dei suoi scheletrici personaggi. Insomma siamo dalle parti di 'Ragazze Interrotte', solo che non muore nessuno, i personaggi femminili sono quasi sempre lontani dall'idea di una sana sessualità ("Sarebbe come sbattere due sacchi di ossa uno contro l'altro") e l'unico ospite maschile è un pischello eccentrico ed arguto a cui piace stare in dolce compagnia.
Lungi dall'essere ricattatorio, mantiene il suo registro di dramedy adolescenziale con una strizzatina d'occhio alla brillantezza dei dialoghi ed all'originalità di alcune soluzioni visive (la danza sotto la pioggia artificiale nel museo d'arte moderna, il sogno rivelatore della protagonista ).

Anche svegliarsi mezzo ustionati sotto il sole dell'Arizona va bene quando puoi aprire di nuovo gli occhi e scoprire da te quanto può essere bella la vita.
Premiato al Sundance Film Festival nel Gennaio 2017, viene distribuito direttamente da Netflix a partire dal 14 Luglio.


Karen: "...il dottor Beck ha organizzato una gita speciale per tutti voi tra un paio di giorni."

Megan: "Mi dica che non è al museo dell'Olocausto. Mi ci portò mia madre per farmi sentire una merda. Perchè non mangio...Tranquilli siamo ebrei"

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