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Borg McEnroe

Regia di Janus Metz Pedersen vedi scheda film

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La recensione su Borg McEnroe

di Blasia
6 stelle

Le trame della fama.

La fama e l'immortalità sono due termini tra loro legati, l'uno, la fama serve a raggiungere il secondo l'immortalità. Non parliamo certo dell'immortalità in senso reale, ma di quella che Kundera definiva la "grande immortalità", ossia l'essere ricordato dai posteri.

In questo senso la vità di un individuo in lotta per la sua immortalià dipende dalla fama che egli riesce a riscuotere tra i suoi contemporanei e da questi ai suoi posteri. Ma il desiderio di immortalià è reale o è una finzione? Mi viene in mente il film di Woody Allen con Roberto Benigni improvvisamente investito da una popolarità ingiustificata che se inizialmente infastidiva una volta passata era agognata. Ma anche questo è un film come un film è anche Borg McEnroe. Quello che si può dedurre da questi film è che vi è l'idea di singoli individui celebri per qualche loro qualità che sono sono difronte al giudizio dell'umanità per essere ricordati.

Ciò che è interessante sottolineare che l'immortalità dipende dagli altri. Sono gli altri che ci conferiscono o meno di entrare nella pleiade dei grandi. In piccolo con questa mia opinione, con gli stati che si pubblicano sui social, non cerchiamo tutti di accedere ad un grande pubblico che possa conferire anche noi un minimo di fama  e la possibilità di essere ricordati? In un certo senso si ma ciò che cambia e che noi non abbiamo a che fare con l'umanità ma con una cerchia di amicizie o di utenti, in questo ci inganniamo e il nostro deiderio di immortalità è ridimensionato. Ma per quelli che hanno a che fare con l'attenzione di intere nazioni le cose cambiano. Se tutti nel mondo guardassero solo loro cosa accadrebbe? Si riuscirebbe a reggere la pressione di milioni di occhi che ti guardano in continuazione. Questa è spesso un esortazione a comportarsi bene - fai come se l'umanità ti guardasse. Ma è anche una condanna per la mente di un uomo. Pensiamo per un attimo a quella che è l'esperienza di tutti i giorni, ogni di noi si chiede chissà cosa pensa lui di me, e già questo pensiero è abbastanza fastidioso, è impossibile pretendere di sapere cosa pensa qualcun altro di noi e ogni tentativo molto spesso si rivolge in un'autoanalisi di come siamo noi. Se questo vale anche per voi, pensate ad un uomo che si chiede chissa cosa pensano gli altri di me? Necessariamente il peso della quantitàe enorme di persone da considerare sconosciuti di cui niente si sà può addirittura minare le basi del proprio essere, in quanto ci si rifrangerebbe in una miriade di frammenti di specchi.

Io non sò se il desiderio di immortalità sia reale o finzione, non sò se nella vita di tutti giorni questi uomini celebri sentano effettivamete gli occhi del mondo puntati su di loro, ma se fosse realmente così non è una assolutamente una cosa facile da gestire.

Vorrei ricordare David Foster Wallace che molto meglio di me nella sua opera "Infinte Jest" parla del peso che possono avere le aspettative degli altri su una persona tra le altre mille cose.

 

 

 

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