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Vogliamo i colonnelli

Regia di Mario Monicelli vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Vogliamo i colonnelli

di axe
7 stelle

L'inquietitudine dell'Italia dei primi anni '70 spinge Giuseppe Tritoni, parlamentare di un partito di destra, nauseato dal disordine sociale - a suo parere "figlio" dalla democrazia - ad organizzare, insieme ad un gruppo di alti ufficiali dell'esercito e nostalgici del fascismo, un colpo di stato. Dopo aver creato ulteriore scompiglio con un attentato dinamitardo, Tritoni entra in possesso di una lista di possibili congiurati e li contatta uno ad uno; riesce ad accattivarsi la benevolenza di una certa nobiltà - o quanto ne rimane - e, tramite ricatto, l'appoggio di un potente industriale. Stende, con la supervisione di un agente segreto greco - ad Atene, in quegli anni, era al potere un governo dittatoriale di destra, soprannominato "Regime dei Colonelli" - un piano di battaglia, ma, al momento dell'azione, le cose non vanno come previsto. Soprattutto perchè altri, ben più subdoli ed organizzati, cospirano per raggiungere uno scopo analogo. Una commedia grottesca di Mario Monicelli, ottimamente interpretata da Ugo Tognazzi, nel ruolo del parlamentare Tritoni. L'uomo riesce a stimolare le velleità di rivincita proprie di soggetti il cui potere è stato limitato, o nascosto, dall'affermazione della democrazia. Nella prima parte del racconto, il protagonista, sfiduciato dai maggiorenti del suo stesso partito, unisce intorno a sè i congiurati. Trattasi di anziani militari ormai sulla via della demenza senile, nostalgici di quell'acritico rispetto al grado che era dovuto in epoche precedenti; o più giovani ufficiali smaniosi di azione e medaglie; o ancora nobilastri in decadenza; infine estremisti in erba, eccitati ed addestrati dei fascisti che avevano la loro età durante gli anni del regime. La seconda parte è dedicata all'azione; il golpe avrebbe possibilità di successo, strettamente teorica, a causa della scarsa preparazione dei partecipanti, ma la sfortuna lo fa naufragare in partenza. Ne approfitta chi, prossimo al cuore delle Istituzioni, ha il compito di difenderle, trasformando l'Italia in una dittatura molto più rigida di quanto avrebbe fatto Tritoni. Questo evento rende amaro e spiazzante l'epilogo; il parlamentare di destra, in tutta la sua chiassosità, volgarità, istrionismo, ben inserito in un contesto di quasi innocui vecchi bacucchi nostalgici dei tempi che furono , risulta, fondamentalmente, simpatico. Non paga direttamente per le sue colpe, ma diventa anch'egli vittima di un regime instaurato da personaggi insospettabili, degni di fiducia, apparentemente il suo esatto contrario. Dunque, la portata della critica elevata dal regista prende quota nell'ultima parte del racconto. Per costruire questa sceneggiatura, gli autori traggono spunto dalle vicende del "Golpe Borghese", di poco precedente l'anno di uscita del film, dalla già citata dittatura in Grecia e dall'infittirsi di oscure trame eversive intorno ai centri di potere dell'epoca. Non manca una "stilettata" al giornalismo, tratteggiato come venduto al miglior offerente. Il ritmo del film, di breve durata, è molto sostenuto; i toni sono vivaci, e, almeno fin nei pressi dell'epilogo, prevale la leggerezza. Molto bravi anche gli interpreti dei comprimari, ottime "spalle" per un Ugo Tognazzi davvero scatenato. Il regista raggiunge sia lo scopo d'intrattenere, sia di far denunzia sociale; per una piena comprensione dell'opera, però, è utile la conoscenza della storia e della società di quegli anni.

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