Regia di Pupi Avati vedi scheda film
Un Cult dell'Horror/Giallo italiano. Pupi Avati dimostra, con questo film, di avere (avuto) le potenzialità per competere nel Genere con gente del calibro di Fulci e Argento.
La maestosità del film si nota fin dalla primissima sequenza, durante i titoli di testa: le immagini di agonia, il tema musicale inquietante e disturbante e il discorso delirante e sussurrato del poeta ("I miei colori... escono dalle mie vene...") colpiscono pesantemente lo spettatore catapultandolo in un'atmosfera allucinante da incubo ad occhi aperti.
Tutto il film è giocato sull'ambiguità dell'atmosfera e degli abitanti del paese, richiamando (o, forse, anticipando) quelle atmosfere tipiche dello stile lynchano: il protagonista si trova a indagare, quasi come Alice, in un'ambiente dominato da atmosfere pittoriche e apparentemente pacifiche e segreti orribili ed inquietanti. Tutti gli indizi che accumula portano al mistero del pittore pazzo Lagnani e le sue malefiche sorelle. Procedendo nella sua indagine, il nostro protagonista, incaricato di restaurare un misterioso affresco del suddetto pittore, inizia a capire che nulla è come sembra, fino ad arrivare allo scioccante finale, che sradica completamente tutte le convinzioni/teorie immaginabili.
Insomma, un vero e proprio Cult del Cinema Italiano, la cui visione è quasi obbligata!
Voto: 9-10
Assolutamente niente!
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta