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Baby Driver - Il genio della fuga

Regia di Edgar Wright vedi scheda film

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La recensione su Baby Driver - Il genio della fuga

di ValeB
5 stelle

Una sorpresa. Brutta.

 

Baby è un ragazzo silenzioso, con straordinarie doti da pilota e un passato difficile. Per porre rimedio a un errore di gioventù si trova costretto a fare l'autista nelle rapine per conto di Doc, losco figuro che pianifica colpi per diverse gang di malavitosi. Particolarità del ragazzo è che, per coprire un acufene che lo affligge sin da bambino, indossa sempre degli auricolari e ascolta musica tutto il tempo. Tutto. A volte fa anche mezze coreografie.

Insomma, La La Land incontra Drive (che sono due pellicole di qualità, ma unite avrebbero in comune solo Gosling).

Con un incipit fulminante, lanciato a tutta velocità, il film promette subito bene, purtroppo però non mantiene la promessa e inizia prestissimo a scivolare nel noioso, per non uscirne più.

Nonostante qualche trovata carina (come le pallottole sparate a tempo di musica, il fischio che resta di sottofondo ogni volta che Baby si sfila le inseparabili cuffiette, qualche buona scelta musicale) il film annaspa tra una trama piuttosto prevedibile, dialoghi al limite del demenziale, una regia che non spicca e personaggi caratterizzati in maniera a dir poco superficiale. E neanche le parti action si salvano: non si vede nulla che non sia nei primi 10 minuti di un Fast&Furious a caso.

Anche il cast, che è d'obbligo definire stellare, in questo caso di stellare ha ben poco: Kevin Spacey e Jamie Foxx, che ci hanno abituato a grandissime interpretazioni, sembrano solo far presenza, tanto è svogliato il primo e fuori parte il secondo (impossibile però biasimarli, visto che interpretano personaggi abbastanza insensati). In fin dei conti l'unico che se la cava è Jon Hamm, forse aiutato da un personaggio un pelino più interessante. Abbastanza anonimi il protagonista e la sua amata, interpretati da Ansel Elgort e Lily James, bei visetti e poco altro.
Dal regista della brillante trilogia del Cornetto e del divertente Scott Pilgrim vs the World era lecito aspettarsi di più: passino i difetti di sceneggiatura, passi l'approccio action un po' banale, ma la noia, quella no, non si può perdonare.

 

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