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Una questione privata

Regia di Paolo Taviani, Vittorio Taviani vedi scheda film

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La recensione su Una questione privata

di Mulligan71
8 stelle

I Taviani, per fortuna inossidabili, tornano sulle vicende della nostra guerra civile, quella fra fascisti e partigiani, dopo il capolavoro "La Notte Di San Lorenzo". C'è subito da dire che la trasposizione del bel romanzo postumo di Beppe Fenoglio è ben lontana dalla qualità, altissima, del film del 1982, ma è comunque un'opera riuscita, che riconcilia con il Cinema italiano. La storia, minimale, è quella di Milton, un sempre bravo Marinelli, finalmente fuori dalla pastoie da borgataro romano, che innamorato, forse non corrisposto, di Fulvia nella "vita di prima", scopre che questa, chissà, aveva una relazione più concreta con l'amico d'infanzia Giorgio. Ambedue, ora, impegnati nella lotta partigiana sulle colline delle Langhe, con Fulvia lontana, incroceranno i loro destini, seppure a distanza, fra lo struggente ricordo di un amore e la violenza della guerra. Film del tutto incentrato su Milton/Marinelli, sulla sua disperazione per un amore forse perduto e sul tentativo di salvare l'amico, caduto prigioniero dei fascisti. Marinelli è tutto occhi e nervosismo, al limite di una piscosi: è un partigiano, sì, ma solitario, estraneo alle bande, quasi perso in un suo sogno personale, combattuto fra il desiderio di salvare l'amico e l'idea, malata, di perderlo, per avere, chissà, Fulvia tutta per sé. Sullo sfondo, si fa per dire, c'è la lotta partigiana, c'è la "vita di prima" luminosa e colorata, spensierata, che si schianta nella nebbia, nel fango, nel grigio morte delle colline tetre dell'ultimo autunno di guerra. Un film netto e asciutto, quasi onirico, teatrale, dove dominano i paesaggi e le solitudini, dove lo struggimento, a volte, si fa intenso, lacerante. Non raggiunge le vette dell'Olmi di "Torneranno i Prati", ma l'impronta scenica è quella, la strada tracciata in quel film è qui seguita, in qualche modo. Film di poche parole, dolci e pesanti, film importante in una scena cinematografica italiana a dir poco deprimente. Film che non si filerà nessuno, purtroppo, visti i tempi che viviamo. Da recuperare, insieme alla straordinaria scrittura di Fenoglio.

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