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L'ora più buia

Regia di Joe Wright vedi scheda film

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La recensione su L'ora più buia

di obyone
8 stelle

locandina

L'ora più buia (2017): locandina

 

Come i muri ormai sanno il voto del 23 giugno 2016 in Gran Bretagna ha assunto una portata storica producendo un risultato immediato, la Brexit, ed un misto di timore ed eccitazione per un futuro ricco di incognite.
È evidente a tutti che il referendum abbia lasciato in eredità agli inglesi una profonda insicurezza, a prescindere dalla loro scelta di voto, e sono convinto che questo stato d'animo si sia riflesso sulle scelte cinematografiche e televisive degli ultimi tempi. In questi mesi si è assistito, infatti, ad un proliferare di produzioni aventi per tema la storia britannica recente. Voglio ricordare, in particolar modo, la (mini)serie "the Halcyon", il film di Christopher Nolan "Dunkirk" e ultimo, ma non ultimo cronologicamente, "L'ora più buia" di Joe Wright. La calorosa accoglienza in patria dei due film (30 milioni di dollari incassati da Churchill e quasi 80 milioni per i soldati in fuga dalle spiagge francesi), nonché le innumerevoli lamentele dei fans per la soppressione anzitempo della serie ITV, mi hanno indotto a credere che gli inglesi abbiano bisogno di aggrapparsi ad un periodo storico contraddistinto da scelte molto difficili ma anche da un forte senso di comunità, che solo eventi di grande portata tendono a corroborare. I sudditi di Elisabetta necessitano dello stesso coraggio e della stessa determinazione che il popolo di Re Giorgio mise in campo per affrontare il tempo tribolato di allora, in cui si manifestò, forse per l'ultima volta, la grandezza dell'impero.
Lungi dal pensare che tali produzioni siano frutto della Brexit sono però convinto che l'onda lunga della consultazione abbia decretato un successo maggiore del previsto al botteghino ed in tv.
Il 1940, anno di ambientazione delle succitate opere, fu un "Annus horribilis" per l'Europa intera, compromessa dall'avanzata inarrestabile dei panzer tedeschi nel continente.
In questo contesto l'Inghilterra, con oltre 300000 soldati bloccati a Dunquerque a causa della disfatta militare transalpina e con il governo Chamberlain sfiduciato, era obbligata a scelte impopolari: un negoziato di pace con la Germania, falsato dalla posizione di vantaggio dei tedeschi, oppure una guerra dura e sanguinosa che non avrebbe risparmiato nessuno.
Posto il veto dai partiti all'opposizione su un nuovo mandato a Chamberlain, e incassato il rifiuto di Halifax a formare un governo, il re fu costretto a nominare Winston Churchill primo ministro, nonostante le personali riserve.
Il film di Joe Wright segue le vicissitudini di Churchill dalla fine del governo Chamberlain (10 maggio) fino all'inizio dell'operazione Dynamo (27 maggio), 17 giorni nei quali il futuro premio Nobel plasmò le scelte politiche che influenzarono il corso della guerra.
La ricostruzione storica degli avvenimenti è senz'altro pregevole ma il cuore pulsante del film sta nella caratterizzazione del protagonista. Abituati a vedere nel carismatico leader, dal sigaro perenne tra le labbra, un uomo pragmatico e scaltro, come i documentari d'epoca ne hanno trasmesso l'immagine, in realtà ci troviamo di fronte ad una persona dalle molteplici sfaccettature. Figlio trascurato, a sua volta padre e marito assente e dal carattere scostante, Churchill non è amato dai membri del suo partito, quanto dal sovrano che lo teme per il suo carattere iracondo, che scotch, champagne e sigari costosi non aiutano a rabbonire.
Ottimo oratore, tanto da meritare dall'avversario Halifax il migliore dei complimenti sulla sua arte oratoria ("Ha spedito in guerra la lingua inglese"), dietro la sua erudita parlantina Churchill nasconde spesso la frustrazione di non sentirsi accettato ed il peso della solitudine nella quale sarà abbandonato al momento di prendere le decisioni che determineranno le sorti della nazione. Il fallimento militare di Gallipoli lo opprime quanto un macigno e le ferite dell'orgoglio lenite da un arguto senso dell'ironia sanguinano ogni qualvolta i politici gli rammentano le presunte incapacità di condottiero.
Per rendere il senso di oppressione, Wright rinchiude il molle corpaccione di Churchill in luoghi angusti come l'automobile, il bagno, le minuscole stanze sotterranee del quartier generale, collegate a Downing Street dall'infernale ascensore che lo traghetta negli inferi del conflitto come un corpo nella bara.

 

Gary Oldman

L'ora più buia (2017): Gary Oldman

 

La fotografia curata da Bruno Delbonnel riempie le stanze di toni scuri e controluce che in poche occasioni lasciano posto a sprazzi di luce penetranti da un tendaggio appena scostato come un barlume fioco di speranza e vivacità pronto a togliere mestizia in un'ora così buia dell'animo fremente del protagonista.
Wright insiste sull'uomo prima che sul politico, ma a quest'ultimo, ed al suo acume, rende giustizia esplorandone il lavoro in lunghe sedute di gabinetto e in nottate solitarie di meditazione e scotch. Le capacità politiche vengono celebrate dagli splendidi discorsi che Churchill tiene per i membri del governo e della Camera dei Lord dove si ostenta un'opportuna e calcolata retorica.

 

Gary Oldman

L'ora più buia (2017): Gary Oldman

Gary Oldman

L'ora più buia (2017): Gary Oldman

 

Retorica che, a fatica, Wright tiene a freno in alcune sequenze che rischiano di affossarne il lavoro. Mi riferisco, in particolar modo alla sequenza "underground" ampollosa quanto basta da non sembrare reale. Ma come detto poc'anzi il successo del film è dipeso anche da scene come questa, che invocano speranzose una maggiore vicinanza tra classe dirigente e cittadini, quest'ultimi chiamati ad una maggior collaborazione col potere ma anche ad una necessaria critica quando la politica è causa di morte e massacri. La sequenza di guerra che dall'alto segue il profilo del terreno infuocato, e degrada lenta fino a svelare l'esangue volto di un soldato caduto, i cui occhi riverberano ancora il rosso bagliore delle bombe cadute, ce lo ricorda. Pochi istanti in cui deflagra la potenza evocativa del cinema.

 

Cineforum Leoniceno - Cinema Eliseo - Lonigo (VI)

 

Gary Oldman

L'ora più buia (2017): Gary Oldman

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