Regia di Joe Wright vedi scheda film
Uscito nelle sale del nostro paese da poco più di un mese, l'attesissimo biopic dedicato ad uno dei momenti più significativi della carriera politica dell'eminente Winston Churchillha già fatto parlare di sé, soprattutto per via della magnifica performance di Gary Oldman. L'attore londinese, da sempre sulla cresta dell'onda ma molto spesso sottovalutato, ha regalato un'interpretazione sensazionale immergendosi a pieno nei panni di un personaggio molto difficile da portare sul grande schermo, sia fisicamente che caratterialmente. L'Ora Più Buia è un film ben riuscito che dona due ore di riflessivo intrattenimento ma che custodisce nel profondo un certo tipo di patriottismo che tende sempre a legittimare la propria idea di supremazia sull'altro.
1940, siamo agli inizi del secondo conflitto mondiale. Winston Churchill è stato appena nominato primo ministro inglese da Re Giorgio VI. Fin dall'inizio del suo mandato deve fare fronte ad una serie di situazioni più che spinose come l'imperante avanzata delle truppe tedesche e la conseguente ritirata degli inglesi. Attaccato su più versanti da colleghi e avversari politici, ma anche sostenuto dalla propria famiglia, dal Re e dal popolo inglese, Churchill dovrà prendere una ragguardevole decisione che potrà salvare l'Inghilterra dall'invasione o farla soccombere per sempre per mano di Hitler.
Senza (forse) farlo apposta, ne L'Ora Più Buia si scorgono delle evidenti analogie con il magnifico Dunkirk di Christopher Nolan (uscito qualche mese prima) con la sola distinzione che la pellicola di Joe Wright non è che un dietro le quinte dell'intera operazione Dynamo mentre il film di Nolan coglie la vicenda proprio nel mezzo dell'azione.
Parallelismi a parte, L'Ora Più Buia si caratterizza in primis per la già citata performance di Gary Oldman, attore formidabile in grado di riprodurre al dettaglio ogni sfumatura della personalità di Churchill, dal particolare accento fino alle mimiche facciali e alle goffe movenze fisiche. Estremamente curate appaiono le ricostruzioni scenografiche, che dipingono una Londra fredda e grigia come non la si vedeva da tempo, e il favloso make-up del protagonista, irriconoscibile se solo non fosse per i suoi gelidi occhi azzurri. Un film compatto e deciso, infarcito di lunghe carrellate esplicative che evidenziano i comportamenti dei personaggi in scena oltre che di indelebili campi e controcampi giocati in particolar modo sull'espressività di Oldman. Winston Churchill viene dipinto come un personaggio carismatico ma estremamente insicuro, un uomo molto potente che si trova a fronteggiare qualcosa forse più grande di lui e dal quale ne uscirà vittorioso. Un film umano, che non raffigura il protagonista come fosse un supereroe bensì come un uomo con ogni suo limite e timore, capace di errare e commettere errori imperdonabili.
Ma se L'Ora Più Buia è contraddistinto da una messa in scena compatta e un comparto tecnico degno di nota, risulta purtroppo evidente l'onnipresente volontà da parte di queste pellicole di evidenziare, quasi prepotentemente, un certo tipo di eroismo e orgoglio patriottico che giustificano le proprie azioni facendole quasi apparire come giuste e corrette. Probabilmente si tratta di un sentimento intrinseco nell'animo di chi ha dominato il mondo per anni e che impedisce loro di comprendere che in ogni guerra non esistono buoni o cattivi ma solo imperdonabili errori.
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