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L'arcano incantatore

Regia di Pupi Avati vedi scheda film

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La recensione su L'arcano incantatore

di supadany
8 stelle

VOTO : 6/7.
Il film che non ti aspetti, infatti improvvisamente Pupi Avati torna indietro nel tempo e propone un prodotto originale, ed altrettanto particolare, che intende apertamente scavare in ambiti diversi dalla sua produzione del periodo (anni novanta e seguenti) rievocando le sue (indimenticabili) propensioni horror-gotiche degli anni settanta .

Risultato senza dubbio apprezzabile, e pure rischioso, anche se non mi ha entusiasmato fino in fondo (rimango più cultore delle sue precedenti incursioni nel genere).

Bologna anno 1750, Giacomo Vigetti (Stefano Dionisi) è costretto a fuggire dopo aver subito una condanna per aver messo incinta una giovane donna.

Trova comunque presto un nuovo alloggio per vie traverse, porgendo i suoi servizi presso un altro uomo allontanato dalla società (Carlo Cecchi) il quale studia apertamente il mondo dell’occulto.

Questa sua nuova avventura lo porterà a contatto con nuove realtà, fin da subito non di facile comprensione.

Gradito ritorno (a sorpresa) di Pupi Avati in ambiti di puro genere non facili e troppo spesso accantonati dal cinema italiano nel corso degli anni (solo vent’anni prima era il pane quotidiano per molti, sigh).

C’è coraggio e la tensione traspira apertamente in tutta la storia, vie facile vengono fin da subito abbandonate nel tentativo, in buona parte riuscito, di trasmettere sensazioni diverse al pubblico.

L’atmosfera generale, questa molto riuscita, si muove tra ambiguità e sollazzi di inquietudine, il finale offre un ulteriore scossa, molto particolare devo dire, ma tutto l’insieme si muove in maniera abbastanza sciolta, senza forzature e con un’impalcatura piuttosto solida e studiata con i dovuti crismi del caso .

Bravi gli attori, su tutti Carlo Cecchi alle prese con un personaggio(ne) insolito.

Il risultato che ne deriva è poco catalogabile, anche imperfetto (viene richiesto allo spettatore una sorta di “devozione”), ma da premiare, almeno con la visione.

Cinema che non cerca dunque scorciatoie precollaudate, predica una strada arcigna e riesce ad arrivare in fondo senza mai svendersi.

Personalmente non l’ho amato fino in fondo, ma possiede fascino da vendere e non posso che consigliarne la visione (della serie, al massimo ne riparliamo dopo).

Particolare. 

Su Pupi Avati

VOTO : 6/7.
Riesce a ricreare atmosfere particolari e riuscite, sfrutta al meglio el ambientazioni e riesce a crare un senso di inquietudine, insomma quanto occorre per fare un buon film di genere.

Su Carlo Cecchi

VOTO : 6/7.
Personaggio sinistro che l'attore rende credibile ed inquietante.

Su Stefano Dionisi

VOTO : 6,5.
Si cala con abnegazione nel contesto storico e ambientale.

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