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3 giorni per la verità

Regia di Sean Penn vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su 3 giorni per la verità

di chinaski
8 stelle

Sean Penn scrive e dirige un film molto umano. Nel senso di quella perenne sfida all' interno dell' uomo tra il dolore e la vita, tra il rimorso e il desiderio di continuare ad andare avanti, tra chi ha peccato e chi vuole vendicarsi. Sentimenti umani, appunto. Jack Nicholson si ritrova distrutto e perennemente stordito dalla morte della figlia. Divorzia dalla moglie e affoga quel che resta della sua vita nell' alcool, con le puttane e nel desiderio di vendetta. I tre giorni sono quelli che Nicholson da alla persona che gli ha ucciso la figlia. Il valore del film è proprio nel presentarci la figura di questo uomo, quello che ha investito la figlia di Nicholson, attraverso le sue debolezze, il suo senso di moralità, la sua angoscia nei confronti di una vita che ha distrutto e delle altre che ha fatto terribilmente soffrire. Scopriamo un senso di pietà e di dolore vero. Reale. Scopriamo nei volti segnati per sempre dei personaggi un' angoscia e una consapevolezza devastanti. Consapevolezza nel fatto che la loro vita è cambiata per sempre. L' unico, però, che non riesce a cercare uno spiraglio nel futuro è proprio Jack Nicholson. Che si ancora al dolore come unica ragione di vita. La sua diventa una autodistruzione per compensare una vita (quella della figlia) che è stata distrutta. Anjelica Houston invece cerca di guardare avanti. Cerca di dare ancora amore ai figli che le sono rimasti. Cerca coraggiosamente di ricostruire. Di essere forte. Di non abbandonarsi completamente al Dolore.
Il film è un tragico esempio di come la vita possa trasformarsi in un qualcosa di terribilmente inaspettato. In un incubo. In un dolore perenne e pulsante.
Sean Penn decide per un finale catartico. Che è molto bello e commovonte. Ma non per questo gratuito. E' il frutto della presa di consapevolezza di Jack Nicholson nei confronti delle proprio angosce. E' il possibile riscatto di una nuova vita. Di un futuro che non sia il presente fino a qui vissuto.
Sean Penn si sofferma sui personaggi, sui loro sguardi, sul volto stupendo della moglie. Su come le emozioni scaturiscono dalle rughe, dai capelli scompigliati, da occhi fissi nel bel mezzo del nulla.
In un ambiente metropolitano Sean Penn segue i ritmi della sua storia. Segue gli scatti di ira, i momenti di pietà che alcuni personaggi provano, lo splendido tramonto che sancise la fine del film. Con quella stretta di mano. Una stretta carica di bisogno. Di compassione. Un tramonto che porta una riconciliazione. Tra gli uomini e la vita. Avendo sconfitto il dolore della morte. In questo consiste la catarsi del film. Tornare a vivere dopo che la propria vita è stata distrutta.
Credo che Sean Penn nello scrivere questo film abbia seguito due strade. Una d' ispirazione musicale e legata a Bruce Springsteen che apre e chiude il film con una canzone stupenda e l' altra che segue la vita del vecchio Hank, a cui il film è dedicato, e che in un certo modo mi ricorda il personaggio di Nicholson.
Sono sicuro che sarebbe stato fiero di quello che Sean ha fatto.
Alzando un bicchiere di vodka-7 alla sua salute.
Già.

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