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La gabbia

Regia di Giuseppe Patroni Griffi vedi scheda film

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La recensione su La gabbia

di mm40
2 stelle

In assenza della propria fidanzata, un uomo cade fra le braccia dell'ex. Questa però sadicamente lo lega al proprio letto e lo costringe alle proprie volontà. La donna ha anche una figlia ormai adulta, con cui l'ostaggio non esiterà a sollazzarsi.

 

Nel corso dei boriosi anni Ottanta il cinema italiano fu infestato anche da un certo filone 'sofistierotico' cui può richiamarsi senza dubbio questo La gabbia. Prodottino striminzito dal punto di vista dei contenuti, ma di un certo spessore estetico e tecnico, il film è l'ultima direzione per il cinema di Giuseppe Patroni Griffi, che in seguito girerà un remake de La romana per le tv berlusconiane e darà definitivamente l'addio al set. Ci si sono messi in quattro per scriverlo: il soggetto è di Francesco Barilli, mentre per la sceneggiatura si sono avvicendati Lucio Fulci, Alberto Silvestri e Concha Hombria; francamente, un eccesso di impegno. Ciò che innanzitutto manca al lavoro è una scioltezza narrativa pur minima; la storia è per lunghi tratti una sorta di kammerspiel erotico e un triangolo psicologico-sessuale-incestuoso (madre-figlia-maschio) che procede per situazioni stereotipate (più evidente dell'uomo legato al letto e sottoposto al volere femminile...) e dialoghi non sempre verosimili, realistici. Tony Musante, Laura Antonelli, Florinda Bolkan sono i nomi principali sulla locandina, ma compaiono in scena anche Laura Troschel e le sorelle Blanca e Cristina Marsillach. Coproduzione fra Italia e Spagna, il cast tecnico è costellato di cognomi di entrambe le nazionalità; a tenere alta la bandiera tricolore c'è Ennio Morricone, per la colonna sonora: ma non è di sicuro uno dei suoi lavori più memorabili. 2,5/10.

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