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Strange Days

Regia di Kathryn Bigelow vedi scheda film

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La recensione su Strange Days

di SalvoVit
10 stelle

 

Strange Days è un film difficilmente definibile. E' un thriller, un horror, un action-movie, un film di fantascienza, un dramma....ma la messa in scena e la continua ambivalenza morale di tutti i protagonisti mi ha fatto innamorare di una particolare etichetta per questa opera: quella di Noir postmoderno. Strange Days è un'opera strepitosa, di quelle che difficilmente riescono ad essere concepite.

 

Ambientato a Los Angeles, alla vigilia del nuovo millennio, tra il caos e le continue tensioni razziali e sociali. Lenny Nero è uno spacciatore di SQUID, una nuova droga che tramite una sorta di lettore cd, permette di rivivere esperienze proprie o altrui nel modo più realistico. Questo ambiente però lo spinge sempre di più nel pericolo, cadendo in una serie di intrighi e tradimenti, omicidi e cospirazioni.

 


L'inizio in soggettiva riesce ad essere funzionale come poche cose. La Bigelow droga lo spettatore, lo stordisce e lo mette davanti alla realtà, una realtà decadente e ormai troppo buia. Poi ci vengono presentati i personaggi. Lo spettatore viene catapultato nella metropoli decadente nella quale l'opera è ambientata.


L'idea del futuro e la riflessione riguardo ad esso che la Bigelow presenta in questo Strange Days è vicina a quella che Cronenberg presentava in due suoi capolavori, Videodrome e Existenz. Il futuro è compromesso dai continui input visivi che la società ci sputa addosso ogni giorno, i quali ci hanno reso dei veri videodipendenti, tanto da essere pronti ad un nuovo millennio in cui l'essere umano non riuscirà più a vivere nella realtà e sarà costretto a drogarsi letteralmente di immagini. Spacciatori di immagini e di sensazioni (estreme) saranno presenti in ogni angolo e ancora più numerosi saranno i loro clienti, pronti a provare l'ebrezza che la quotidianetà non riesce più ad offrire.


L'essere umano diventa inconsapevolmente una macchina. I ricordi e le sensazioni non avranno più importanza e diventeranno merce vendibile sul mercato nero ad un prezzo ragionevole. Perchè forse ormai l'essere umano non ne ha più bisogno in quanto ormai inesistente come tale.


Ogni individuo rimasto sulla terra non può che arrendersi all'ondata di violenza e distruzione che la decadenza portata dal 'progresso' ha dato. Ogni individuo, ormai privo del normale senso di società e civiltà, sembra doversi sfogare sul prossimo, in una catena che non porterà ad altro che ad altra violenza e distruzione.


Gli emarginati provano ad emergere e a dire la loro, sperando in una rivoluzione e una rigenerazione dell'attuale realtà ma non c'è nulla da fare, impossibilitati anche dalle autorità che abusano dei loro poteri e mandano nel panico i più deboli ed emarginati. Ed in questo la critica allo stato di polizia e all'abuso di potere da parte delle autorità è pungente e viva come non mai.

 


La sceneggiatura di James Cameron e la regia di Kathryn Bigelow riescono a fondersi realizzando un'opera difficilmente realizzabile ma tanto...tanto voluta. E' un'opera lontana dagli standard hollywoodiani. Un'opera chiaramente pessimista e nichilista, che non dà alcun punto di riferimento allo spettatore.

 

La sceneggiatura di Cameron è esplosiva. Una delle più belle sceneggiature mai scritte, almeno per quanto riguarda hollywood. Un concentrato di generi ed emozioni senza precedenti. La sottotrama thriller è grandiosa ed i personaggi sono davvero ambivalenti e particolari, tipici dei noir anni '40 o del cinema asiatico moderno.


La regia della Bigelow è fuori controllo. Tagli di luce vicini a quelli del cinema espressionista o addirittura gotico. Una regia che cita senza mai farlo davvero. La messa in scena è potente tanto quanto quella dei più grandi capolavori noir o dei più moderni e visionari sci-fi. Le scene d'azione sono strepitose e girate con una maestria che solo Walter Hill, Sam Peckinpah o il migliore William Friedkin riuscivano a realizzare. Una regia tecnicamente complessa e spaventosa, la quale inserisce la Bigelow tra i più grandi registi americani mai esistiti.


Nanni Moretti, nel suo film 'Aprile' (1998), lo massacrava duramente, definendolo una "cazzata memorabile". Se Moretti si è dimostrato col passare degli anni un ottimo regista, si è anche sempre dimostrato un pessimo critico. Non ascoltatelo. Strange Days è davvero troppo lontano dalla definizione di "cazzata memorabile". E' un altro trattato sull'essere umano, un trattato nichilista e buio, firmato da una Bigelow che sembra non vedere vie d'uscita per l'essere umano(nonostante il finale quasi speranzoso), obbligato a vivere in un presente(-futuro-passato) che non dà null'altro che dolore e distruzione.


Strange Days è un'opera che non può lasciare indifferenti. Rappresenta un mondo in cui non sembra esserci speranza, in cui tutti sono corrotti e marci, nessuno escluso. Gli amici non esistono, l'amore non esiste, e, forse, anche l'essere umano (inteso come tale) ha smesso di esistere. Stiamo parlando di un'opera che ha la stessa importanza delle opere letterarie di Orwell o Huxley (sul tema).

 


Strange Days non può e non deve essere sottovalutato o declassato a 'semplice action-movie hollywoodiano' perchè non lo è. Sarebbe una mancanza di rispetto verso un'opera per noi simbolica, la quale parla di noi e lo fa davvero come pochi.

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