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Mektoub, My Love: Canto Uno

Regia di Abdellatif Kechiche vedi scheda film

Commenti brevi
  • Sano voyerismo senile che mi ha acceso i ricordi, le sensazioni di tanto tempo fa e ho rivisto e rivissuto il tuo e il mio corpo, le nostre anime e il nostro Amore.

    commento di ottobyte
  • Tra l'immensità delle orbite di corpi massicci e massivi in continuo interscambio di forze, l'occhio, lo sguardo, il volto della macchina da presa trova un punto d'equilibrio e di oscillazione ad altezza glutei, natiche, culo, e lì, la cinepresa, in quel punto di Lagrange fatto di carne e pelle, gravita e rimane, roteando su sé stessa, in estasi.

    leggi la recensione completa di mck
  • Questa pellicola non dà risposte e non racconta vicende: registra con affettuosa partecipazione l’estate bollente e giocosa dei ragazzi e soprattutto delle ragazze, di cui esalta l’irresistibile voglia di vivere, enfatizzandone il corpo, con riprese ravvicinate che esprimono insieme un poetico desiderio e una malinconica lontananza.

    leggi la recensione completa di laulilla
  • Un inno alla fisicita',libero e sensuale...Kechiche e' un maestro!!!

    commento di ezio
  • Film narrativo senza inizio e senza fine.. l'estate dei giovani.. 3 ore stessa cosa.. l'unica emozione una nascita.. voto 4

    commento di nicelady55
  • Primo capitolo sul resoconto esistenziale di Amin, un aspirante sceneggiatore che coltiva una forte passione per la fotografia. Kechiche fa un film di osservazione : di corpi che trasudano erotismo, di dialoghi che aderiscono all'allegria balneare, di serate in discoteca che anticipano l'odore del sesso. Di conoscenze che diventano amori liquidi.

    commento di Peppe Comune
  • Film decisamente originale. Molto lungo, Dal ritmo volutamente lento, ma carico di forti suggestioni erotiche, dove ciò che conta di più sono le immagini, che catturano i corpi e gli sguardi.

    leggi la recensione completa di Furetto60
  • Certamente questo cinema può anche non piacere, soprattutto se si insegue una trama forte: invece è come mettere nell’obiettivo della mdp la vita quotidiana come un documentario, con una sceneggiatura libera e con pochi vincoli, dove tutti parlano (arabo e francese) e tutti si ascoltano, tutti si guardano e si desiderano.

    leggi la recensione completa di michemar
  • Per tutto il corso del film un sordo disorientamento del desidero aleggia nella leggera e colorata estate di giovani adulti che si inseguono e si sfuggono alla ricerca di un tempo che sia finalmente adempimento dell'esistenza, ma la ferita, quella vera, resta aperta e può solo trovare rifugio nella semplicità di un mare al tramonto...

    commento di logos
  • Una bulimia di parole, sorrisi (veri?), un voyeurismo pesante e alla fine volgare, con un breve spiraglio di silenzio di fronte al miracolo di una nascita.

    commento di Marsil_Claritz
  • Kechiche apre con un versetto dalla Bibbia di Giovanni seguito da uno del Corano in cui si parla di luce. Poi di luce inonda il film. Ha promesso di rimetterci mano e fare qualche taglio. Siamo d’accordo.

    leggi la recensione completa di yume