Regia di Mario Monicelli vedi scheda film
Nobile arte della beffa perpetrata con boccaccesca goliardia da cinque impenitenti compari di mezza età. Più amaro che divertente, vagamente funereo e non proprio irresistibile come si dice in giro, il canto all’amicizia cameratesca di Monicelli (irriverente e antimachista) è mosso da un cuore livido, disincantato e cinico che traghetta l’interminabile sequela di “zingarate” dallo spasso puro all’esasperazione coatta. La scena dei ceffoni alla stazione è però da antologia nazionalpopolare del ludibrio. Il focus passa da Tognazzi a Noiret rivelando due interpreti esemplari. Acclamato.
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