Regia di Matt Reeves vedi scheda film
Con "The War - Il Pianeta delle Scimmie" non si è solo conclusa una guerra, ma anche una delle saghe più riuscite degli ultimi anni. Prendere un brand ormai consumato e dimenticato dal tempo, come quello riguardante il trionfo primati sugli esseri umani, non è per niente facile. Ma grazie alla brillantezza degli sceneggiatori e dei due registi, i tre film sono stati un totale successo, culminante con questo terzo capitolo finale. Con un cast umano ridotto all'osso, il perno intorno al quale ruota la vicenda è Cesare, l'eroe, uno dei personaggi più epici e iconici degli ultimi tempi. Come sempre impersonato attraverso la tecnica della motion capture dal grande Andy Serkis, Cesare mostra qui la sua totale metamorfosi. Non è più la scimmia intimorita del primo capitolo, e neanche quella dubbiosa del secondo, ma una coraggiosa guida, che spiana la strada ai suoi compagni della stessa razza per una esistenza del tutto diversa, in un mondo nuovo. Catalogarlo a livello di generi è impossibile. Ci troviamo di fronte ad un thriller dai potenti risvolti drammatici e ambientato in una situazione di guerra triste e violenta. I personaggi sono confusi, totalmente incerti a quale razza appartenere e con quale schierarsi. Reeves cerca di dare una voce anche agli umani, tramite il colonnello, interpretato da un altisonante e al contempo tenebroso Woody Harrelson, che, invece di interpretare il solito villain stereotipato senza emozioni, caratterizza un essere umano, distrutto dai fantasmi del suo passato, che vede nelle scimmie la minaccia e la paura di sottomissione totale. Impossibile non elogiare come sempre il lato tecnico, assolutamente strabiliante, non solo nelle classiche esplosioni, ma soprattutto per la motion capture delle scimmie, incredibilmente realistiche e capaci di parlare anche solo con gli occhi. Ma il film non è solo un meraviglioso spettacolo d'intrattenimento, ma anche un potentissimo messaggio al mondo, ancora incapace di accettare il diverso e perennemente diffidente nei confronti di quest'ultimo. Un finale toccante e perfetto ci lascia salutare con tristezza un piccolo capolavoro, che conclude magistralmente una delle trilogie più belle degli ultimi vent'anni e che ci ha regalato uno dei personaggi più maestosi del cinema degli anni duemila, Cesare.
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