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Pulp Fiction

Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Pulp Fiction

di AlbertoBellini
10 stelle

 

Due rapinatori, "Zucchino" e "Coniglietta", decidono di mettere in atto il prossimo colpo nella caffetteria in cui stanno facendo colazione. I killer Vincent e Jules Winnfield recuperano una valigetta dal contenuto segreto, puliscono la loro macchina insozzata del sangue di uno spacciatore con l'aiuto di Mr. Wolf e finiscono nel locale della prima storia. Vincent deve portare a ballare Mia, la moglie del boss Marsellus Wallace, dalla quale è subito attratto. Il pugile Butch dovrebbe cadere al tappeto in un incontro truccato, ma l'orgoglio glielo impedisce.

 

"Ezechiele 25:17: “Il cammino dell’uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre, perché egli è il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la mia giustizia calerà su di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare e a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore quando farò calare la mia vendetta sopra di te.”

Ora, sono anni che dico questa cazzata, e se la sentivi significava che eri fatto. Non mi sono mai chiesto cosa volesse dire, pensavo che fosse una stronzata da dire a sangue freddo a un figlio di puttana prima di sparargli. Ma stamattina ho visto una cosa che mi ha fatto riflettere. Vedi, adesso penso, magari vuol dire che tu sei l’uomo malvagio e io sono l’uomo timorato, e il signor 9mm qui, lui è il pastore che protegge il mio timorato sedere nella valle delle tenebre. O può voler dire che tu sei l’uomo timorato, e io sono il pastore, ed è il mondo ad essere malvagio ed egoista, forse. Questo mi piacerebbe. Ma questa cosa non è la verità. La verità è che tu sei il debole, e io sono la tirannia degli uomini malvagi. Ma ci sto provando, Ringo, ci sto provando, con grande fatica, a diventare il pastore."


Beh, che dire di questa opera d'arte? "Pulp Fiction" rappresenta il cinema degli anni '90, il simbolo del cinema pop. Una pellicola da cui è nato e morto un genere cinematografico: il Tarantiniano. In moltissimi sono stati i registi che hanno cercato di emulare questo genere, ma, ovviamente, nessuno ci è riuscito. Cercare di emulare il cinema di Tarantino è una cosa tanto inutile quanto stupida, è come cercare di emulare il cinema di Woody Allen. Per quanto tu ti sforza di inserire dialoghi inverosimili e sparatorie al limite della fantasia, il tutto non sarà mai come un opera realizzata da Tarantino in persona, per il semplice motivo che il genio di questo regista non sta nei dialoghi o nelle sparatorie ma nella sua folle testa.
E "Pulp Fiction" resta, a distanza di 20 anni esatti, il picco assoluto del cinema Tarantiniano, un cinema che nel corso degli anni ha acquisito maggior esperienza e maestria, fino ad arrivare a Django Unchained, l'ultimo capolavoro, ma di quello ne parlerò nell'apposita recensione.
"Pulp Fiction" in poche parole è un film perfetto nel suo piccolo grande mondo e impossibile da dimenticare. Ogni personaggio che appare nello schermo è completamente folle e affascinante, i dialoghi sono scritti cosi bene che stenderebbero chiunque, ogni singola parola che esce dalla bocca di ogni singolo individuo sarebbe da imparare a memoria. Per esempio, il dialogo tra Vincent e Jules sui massagi ai piedi o sui silenzi che mettono a disagio. Fantastici i titoli di testa accompagnati dal brano "Misirlou" e incredibili le scene del ballo, della puntura di adrenalina o dell'arrivo di Mr. Wolf, un personaggio incredibile, interpretato da Harvey Keitel. Nel cast troviamo anche John Travolta, Samuel L. Jackson e Bruce Willis, tre attori famosissimi che però non sono mai più riusciti a raggiungere un livello recitativo simile, Tim Roth, attore molto sottovalutato e poco sfruttato nella sua carriera, e ovviamente la bellissima e bravissima Uma Thurman, anche lei sempre meno sfruttata col tempo. Non potevano mancare poi le infinite citazioni e omaggi a tantissimi altri registi o pellicole, da Sergio Leone a Robert Altman, da Martin Scorsese a John Woo.

Perciò, se avete commesso l'immenso peccato di non aver mai visto questo capolavoro, correte al Big Khauna Burger e comprate un Big Mac e una Sprite da gustare mentre rimediate all'errore. Poi, mi raccomando, fatemi sapere se Marsellus Wallace ha l'aspetto di una puttana.

 

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