Regia di Neil Jordan vedi scheda film
Anne Rice, con il suo romanzo, opera una rilettura del mito del vampiro, trasformandolo in un dandy elegante, dal fascino ambiguo e dalla bellezza lunare, attratto più dagli uomini che dalle donne, simile ai tanti gentiluomini della prosa di Oscar Wilde.
Jordan ne trae un film che rende bene l’atmosfera sottilmente perversa, morbosa, raffinata e decadente del libro, ma eccede nella confezione, troppo laccata, patinata, fredda, senz’anima, come quasi tutti i personaggi. Brad Pitt è un Louis imbambolato e insopportabile; la presenza di Banderas è incomprensibile, in perfetta antitesi col personaggio di Armand, il fulvo fanciullo dagli occhi crudeli, ma, il vero colpo di grazia è Tom Cruise nei panni (troppo “grandi” per lui) di Lestat. Ad essere sincera non sapevo se piangere o ridere.
Ha dimostrato di essere convincente come cattivo, ma avrebbe potuto farlo nel ruolo di un gangster, un pazzo omicida ecc ecc, non in quello di un vampiro magnetico, ribelle e seducente come Lestat.
L’unica meraviglia del film, perfettamente in parte, è Kirsten Dunst, una tragica Claudia dallo sguardo dolente, un’adulta imprigionata nel corpo di una bambina. Magnifica.
Imbambolato
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