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L'ora legale

Regia di Salvo Ficarra, Valentino Picone vedi scheda film

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La recensione su L'ora legale

di starbook
6 stelle

Morale: prima di voler far cambiare le istituzioni (che ci rispecchiano) dovremmo cambiare Noi cittadini!

Pietrammare, località ridente presumo inventata, si trova in Sicilia ma potrebbe simboleggiare centinaia di piccoli Comuni italiani in cui la politica locale viene continuamente contestata dai cittadini che, classico malcostume italico, non fanno altro che lamentarsi sulle cose che non vanno relative al vivere pubblico facendo però concretamente il minimo indispensabile quando si tratta di impegnarsi in prima persona.

Come possibilità di cambiamento si prospettano le imminenti elezioni che, o confermano il vecchio Sindaco Patanè, il sempre convincente anche se in questo caso particolarmente caricaturale Tony Sperandeo, oppure consegnano il paese al nuovo che avanza cioè il progressista paladino della legalità Professor Natoli.

La vittoria di quest'ultimo, però, trova il paese impreparato al reale vento del rinnovo infatti il neo eletto primo cittadino si impegna da subito in ciò che aveva promesso in campagna elettorale sanando gli innumerevoli abusi edilizi, aumentando le tasse sui rifiuti, eliminando la concessione di illegittimi permessi a costruire, aumentando piste ciclabili e aree pedonali (diminuendo così i parcheggi), facendo applicare le ferree regole della raccolta differenziata e costringendo i dipendenti comunali a lavorare invece di bleffare eludendo i tornelli. Ne fa le spese anche la vicina fabbrica particolarmente inquinante a cui vengono messi i sigilli a favore di un rinnovato spirito ecologista che giocoforza vedrà aumentare la disoccupazione nel paese. 

Ficarra e Picone, con uno spirito civico già visto nelle loro apparizioni a Striscia la notizia, cercando di far ridere come si pretenderebbe da un'operazione sostanzialmente 'leggera', risultano non convincere completamente.

Si ride poco e lo stringato soggetto non aiuta di certo la causa.

Operazione che voleva rispondere al successo di 'Quo Vado' in questa commedia di costume che non graffia come dovrebbe rimanendo in un limbo di cui si salva solo il finale con la relativa morale e che ci risparmia almeno una storia d’amore a lieto fine (come lo fu per il film di Checco Zalone) consuetudine di queste commediole. 

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