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L'ora legale

Regia di Salvo Ficarra, Valentino Picone vedi scheda film

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La recensione su L'ora legale

di Piace91
7 stelle

Premetto che sono uno dei pochi che con l'ultima fatica di Ficarra e Picone ci aveva riso come un pazzo. Quella situazione stralunata in cui due giovani disoccupati si approfittano degli anziani del paese, unita al finale d'impatto, mi aveva sinceramente divertito e compiaciuto. In questo modernissimo L'ora legale, invece, i due comici danno una pennellata di amaro su di un prodotto che risulta inevitabilmente divertente, ma in certi punti anche molto acuto e cattivo. Premetto anche che il mio commento potrebbe essere guastato in obiettività dalla simpatia che nutro verso Salvo e Valentino, coppia comica perfetta per caratterizzazione, e in generale per la scuola siciliana. 

 

Se è vero che una buona commedia deve saper leggere i momenti storici e captare i cambiamenti sociali e di costume, allora Ficarra e Picone hanno fatto una buona commedia. In essa non vediamo solo tematiche classiche, come ad esempio il continuo reclamare per un cambiamento senza essere pronti a subirne le conseguenze e i sacrifici richiesti, ma riusciamo anche a percepire il malumore e la sfiducia che regnano nella società, la continua ricerca di qualcosa di meglio che battezziamo già in partenza impossibile da raggiungere. Interessante il soffermarsi su una comunità di cittadini che si lamentano, sia agitano, si indignano, vengono trascinati dagli eventi, ricercano il cambiamento per poi rigettarlo e infine si ritrovano al punto di partenza. 

 

Il film in generale è godibile, sorretto da ritmi incalzanti e mai avaro di momenti comici, siano essi amari o meno. Accanto ai due comici e alle rispettive consorti, ruota un cast di assoluto livello: Leo Gullotta è sommo, Antonio Catania è bravo come sempre e Francesco Benigno ritorna in sala con quella sua meravigliosa faccia da criminale in un ruolo da caratterista veramente notevole. E poi ci sono i due candidati sindaco: Vincenzo Amato, il nuovo che avanza onesto integerrimo, e Tony Sperandeo, la vecchia politica trafficona e conciliante. Sono due personaggi assolutamente iperbolici, ma rendono bene nel contesto stralunato messo a punto dai due registi. 

 

Un'altro passo avanti rispetto all'asse onesto-disonesto avrebbe reso, secondo me, il film ancora più attuale e acuto, ma forse sarebbe stato un gradino troppo pericolante e il risultato finale non sarebbe stato così soddisfacente.  

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