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Camerieri

Regia di Leone Pompucci vedi scheda film

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La recensione su Camerieri

di sasso67
5 stelle

Il secondo film di Leone Pompucci, dopo Le mille bolle blu (1993), è una metafora dell'Italia? Può darsi e se così fosse l'ipotesi non sarebbe nemmeno sbagliata, almeno in teoria. I camerieri che si fanno la guerra l'un l'altro durante il pranzo decisivo per la sorte del loro posto di lavoro, mentre incombono i nuovi proprietari, rozzi e cafoni come barbari moderni, pronti a trasformare un ristorante sulla spiaggia del litorale romano in una rivendita di mobili, somigliano agli italiani del 1995 e in particolare alle classi lavoratrici e ai loro rappresentanti politici. All'epoca, l'Italia era appena uscita dal primo, fortunatamente breve, governo Berlusconi, e aveva l'opportunità di dare una decisa sterzata alla politica nazionale. Invece, il nuovo centrosinistra, che avrebbe di lì a poco assunto la formula elettorale dell'Ulivo, non avrebbe saputo, per contrasti interni, dare continuità alla vittoria del 1996 (quella celebrata da Nanni Moretti in Aprile).

Il film di Pompucci, comunque, è fin troppo confusionario - e in questo somiglia di più all'Italia di oggi, vent'anni dopo -, non sapendo mai scegliere tra il tono della commedia all'italiana (forse il vero modello di riferimento) e la satira di costume veramente corrosiva. Qualche momento funziona, qualche personaggio riesce perfino a creare umana simpatia, ma si resta nel superficiale e se l'ambizione era quella di ripercorrere le orme di qualche bel film corale di Altman (più che a Nashville e ad America oggi, qui si pensa a Un matrimonio), l'obiettivo è fallito in pieno.

Gli interpreti, Abatantuono, Villaggio, Messeri, Catania, Croccolo, Fassari e Regina Bianchi sono bravi, ma qui non trovano personaggi alla loro altezza. E questo, anche se Pompucci non è, come vorrebbe, Fellini, dipende soprattutto dalla mancanza di un copione di una certa consistenza.

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