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Poveri ma ricchi

Regia di Fausto Brizzi vedi scheda film

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La recensione su Poveri ma ricchi

di mc 5
6 stelle

Devo subito confessare che questo "cinepanettoncino" -pur senza entusiasmarmi, ovviamente, perchè rimane sempre un prodotto natalizio- mi ha comunque sorpreso e anche un pò spiazzato. Ma prima di scendere nel dettaglio facciamo una rapida ricognizione sul tema "Commedie Natalizie all'italiana". E facciamolo scartando subito due film inaccettabili come l'osceno "Natale al Sud" ma anche il "garbato" "Fuga da Reuma Park" (che ce ne facciamo del garbo se un film è totalmente inutile?). Dunque la gara era praticamente limitata a "Natale a Londra" e questo "Poveri ma ricchi". Le recensioni hanno testimoniato (credo) che la critica ha poreferito il primo. Beh, io li ho visti entrambi e approfitto di questa sede per aggiornare e rettificare la mia recensione del primo dei due film, verso il quale sono stato troppo tenero. E questo di Brizzi mi pare lo superi di non poiche spanne. L'altro è un film incentrato piu' che su una sceneggiatura (che pure c'era ma bislacca e forzata) puntava a metter sotto i riflettori nataizi Lillo e Greg che -mi spiace dirlo proprio perchè li stimo e li seguo alla radio- al cinema non fanno che gigioneggiare. In quest'ultimo film invece c'è una storia, ancorchè riadattata da un successo del cinema francese, una vicenda che funziona e ha una sua credibilità, non nel senso che sia verosimile, ma perchè sta in piedi benissimo come racconto comico. Figuratevi che fa capolino (incredibile) perfino la lotta di classe, certo in chiave umoristica, ma un certo sapiente sbeffeggiamento dei ricchi intellettuali di sinistra mi pare sia ben messo a segno. Vabbè sento già chi mi sta dicendo che Brizzi non fa che una caricatura di questa categoria sociale. Io invece credo che queste macchiette dei ricchi che non ostentano ma son tutti ecologisti, artisti, vegani etc, beh, mi pare che siano tutte cose vere. Solo con un piccolo dubbio personale. Cioè che tale "messa alla berlina" abbia come bersaglio una certa borghesia progressista benestante che è facile collegare a certe figure tipicamente renziane (a me viene subito in mente il finanziere Serra) quando poi mi risulta (se la memoria non mi tradisce) che proprio il regista Brizzi è un renziano della prima ora (credo di averlo visto presente anche nel "giro" dei ruffiani-artisti della Laopolda). Ma è solo un pensiero il mio, perchè -ripeto- il contrasto poveri-ricchi nel film è risolto piuttosto brillantemente. Poi se vogliamo possiamo aggiungere che nel "natale londinese" il lato attoriale era scarsino mentre qui abbiano dei bravi attori. Certo so che parte dei critici ha definito il protagonista "un De Sica svogliato", ma a me lui è sembrato invece abbastanza in forma e sufficientemente brillante. La vicenda è nota. Una famiglia assai burina della periferia romana che viveva in una placida e rassegnata miseria si trova a vincere alla lotteria una cifra esagerata. Prima cercano maldestramente di nascondere il fatto agli altri burini compoaesani ma non ci riescono e per evitare le prevedibili noie scelgono di trasferirsi nella "Città dei ricchi", Milano. E qui succede loro di tutto, tra equivoci ed avventure imbarazzanti. Come prima accennavo dove il film risulta p particolarmente caustico e azzeccato è nell'analizzare l'insrrimento ( o il NON inserimento dei nostri burini arricchiti nel tessuto milanese di una società di gente agiata e popolata di artisti bizzarri e intellettuali naturalmente tutti in odor di sinistra ma sotto sotto tutti cattivissimi e spietati. I romani della famiglia protagonista hanno molti difetti (sono voraci di fronte al benessere così rapidamente conquistato senza averne alcun merito) ma non sono cinici e di fronte ad un consorzio umano che cinico lo è alla grande, loro alla fine soccombono e tornano da dove se ne erano venuti. Lo so bene che sa molto di moralina buonista, ma nel contesto narrativo del film ci sta benissimo. E veniamo al cast. Di De Sica ho già detto, gigioneggia da par suo e per me resta un bravo attore: qui ha modo di cimentarsi con una discreta commedia mentre altrove (vedi con Boldi) faceva -lo riconosco- piu' che altro pietà. Enrico Brignano se la cavicchia ma confesso di non avere mai amato questo attore. Chi invece trionfa è una vivacissima e qui scatenata Lucia Ocone, attrice che ho sempre molto apprezzato per la sua straordinaria energia espressiva. Lodovica Comello è una rivelazione, oltre che esser dotata di una grazia che intenerisce lo spettatore. Poi solo per dovere di cronaca cito le due comparsate (che comunque funzionano in chiave comica) di Al Bano e Gabriel Garko. Insomma, una commedia con qualche nota banale qua e là, ma che si riscatta per i suoi toni a tratti gustosamente caustici. E aggiungo: una commedia ben recitata e non solo una parata di star sulle quali accendere i riflettori natalizi delle multisale.

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