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The Long Excuse

Regia di Miwa Nishikawa vedi scheda film

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La recensione su The Long Excuse

di pazuzu
7 stelle

 

Quinto film della carriera cinematografica della regista e scrittrice Miwa Nishikawa (con alle spalle collaborazioni con Kore-Eda, al pari del direttore della fotografia Yutaka Yamazaki), The Long Excuse (titolo originale: Nagai Iwake) è tratto direttamente da un proprio libro concepito appositamente per diventare una sceneggiatura.

 

 

Scrittore, peraltro, è anche il protagonista Sachio, cui la vita borghese e ben avviata, senza stenti ma anche senza scosse, ha eroso buona parte della vena creativa; sposato senza gioia con Eri, con la quale si perde in continui battibecchi, ama trastullarsi in sua assenza con la giovane editrice Chihiro. Una mattina, proprio mentre è in intimità con quest'ultima, apprende dalla tv la notizia di un pulmann che cadendo da uno strapiombo in un lago ghiacciato ha causato decine di vittime, salvo ricevere, poco dopo, una chiamata della polizia che lo informa che una di queste è proprio sua moglie. Non provando disperazione né alcuna forma di dolore, decide di simulare comunque sconforto durante il rito funebre, senza però riuscire a piangere.
Rimasto del tutto solo dopo il benservito dell'amante, spaventata dalla freddezza con cui ha accolto il lutto, inizia ad avvertire il senso di perdita e di vuoto, e per riempire di nuovo le sue giornate si offre di aiutare Yoichi, camionista sempliciotto, vedovo della migliore amica di sua moglie - morta con lei nell'incidente -, disperato perché rimasto solo con due figli piccoli cui non può accudire per via del lavoro che lo costringe sempre in viaggio.
Nonostante nulla li accomuni, anzi li dividano il livello culturale ed il ceto sociale, Sachio inizia da subito a passare intere giornate a casa dell'altro, giocando con i figli, trattandoli come fossero i propri (che non ha mai voluto avere), e dispensando loro saggezze distanti da quello che è sempre stato il suo modo di pensare, iniziando a legarsi a loro e progressivamente a comprendere l'importanza dell'amore parentale, della condivisione, del sentirsi utili.

 

 

Presentato nella Selezione Ufficiale della Festa del cinema di Roma 2016, The Long Excuse disegna un delicato viaggio emotivo, il percorso di educazione ai sentimenti di un cinquantenne, che prende il via quando la piena consapevolezza della solitudine lo lascia in balia della propria mai percepita fragilità: un percorso ritardato e lungo ma autentico cui la regista, probabilmente, concede un quarto d'ora e qualche ripetizione di troppo (specie nella sezione centrale).
Tra gli attori, accanto al sempre agitato Pistol Takehara nel ruolo di Yoichi (già visto in Scabbard Samurai di Hitoshi Matsumoto), brilla il redivivo Masahiro Motoki, perso dai radar del grande cinema dai tempi del film premio Oscar Departures, maturo e convincente nel restituire passo dopo passo la metamorfosi del protagonista, o, per dirla in maniera meno enfatica, la propria fisiologica ridefinizione delle priorità.

 

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