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La mélodie

Regia di Rachid Hami vedi scheda film

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La recensione su La mélodie

di Furetto60
7 stelle

Ottimo lavoro di Rachid Hami .Grande l'interpretazione di tutti i piccoli attori e in particolare di Kad Merad

Simon, uomo molto distinto e posato, è un violinista silenzioso, dimesso e disilluso, che non avendo al momento ingaggi, accetta senza molta convinzione di tenere un corso di musica a una classe di allievi di scuola media inferiore, cosiddetta” a rischio” frequentata da alunni difficili. L'inizio è burrascoso e costellato da una serie di difficoltà, perché i ragazzi sono irrequieti e litigiosi e appaiono poco portati per quest’arte. Simon, alias Kad Merad, è qui insolitamente cupo, in questa sua tutta interiore dolorosa ricerca di nuova ispirazione, per continuare a credere in se stesso. Tuttavia non riesce a imporre la disciplina e la necessaria concentrazione. Non mancano i tipici contrasti adolescenziali, le rivalità, il gruppetto assoggettato al bullo di turno, qualche sguardo birichino, tra maschi e femmine. Incanalare positivamente queste energie, non è un compito facile, Simon è all’inizio poco motivato, in quanto si sente demansionato, ma dopo le prime incomprensioni e qualche contrasto perfino fisico, il maestro ritrova la sua vocazione, rinuncia perfino all’occasione di fare una tournée, perché comincia a prendere in simpatia quella classe solo apparentemente sgangherata. In ognuno di loro c’è un potenziale talento, infatti il loro interesse comincia crescere, soprattutto quando nel gruppo entra anche a far parte Arnold uno studente di origine centroafricana, di grande sensibilità, particolarmente dotato per lo strumento, che si esercita su di una terrazza. L'obiettivo è arrivare al concerto di fine d'anno della Filarmonica di Parigi. Un progetto speciale per una classe indisciplinata, dove si mescolano pericolosamente, problemi interrazziali, origini geografiche diverse e non sempre compatibili, caratteri irrequieti, e amicizie e inimicizie in divenire, insomma l’impresa è ardua, Simon quando a un certo punto viene devastato l’auditorium sembra arrendersi, ma poi dopo una riunione “focosa” tutti , genitori, parenti e amici, decidono di rimboccarsi le maniche e si industriano a riattare un vecchio magazzino, per dare una mano, affinché il progetto vada a buon fine. Alla fine della struggente storia, ognuno di loro avrà imparato qualcosa di importante. Simon ha ritrovato la voglia di comunicare e riscoperto il piacere di insegnare, riuscendo a stabilire un bel feeling con gli allievi e loro hanno imparato a fare squadra, perché hanno scoperto nella musica una forza, che mai e poi mai avrebbero pensato di trovare.

Rachid Hami indugia in poetici primi piani sulle facce colorite e spaurite di bambini, che tengono sulla spalla lo strumento, con una certa riverenza, per loro è un oggetto magico e sorprendente, da cui riescono a strappare delle dolci note delicate.

Il regista Rachid Hami gira un film denso e vibrante, usando una macchina da presa a mano dentro interni impervi, con un sottofondo di violini non sempre orecchiabili, riprendendo la naturalezza spontanea dei piccoli musicisti. Il messaggio, che trasmette è quanto mai edificante, il segreto del successo è nel gruppo, insieme, creando una comunità con ruoli precisi e rispetto del prossimo, proprio come in un’orchestra, si possono superare gli ostacoli della vita. La sequenza più ricca di pathos e più emozionante è quando prima di salire sul palco della Filarmonica, i ragazzi finalmente uniti e solidali, si intrattengono per alcuni interminabili attimi in un tunnel,immersi in una suggestiva luce azzurra. S’incrociano gli sguardi, sono spaventati, ma al contempo concentrati. Figure intere riprese di spalle, o in primi piani, di tre quarti, nei dettagli, i loro cuori stanno battendo all’unisono. Sarà un successo con tanto di standing ovation. Kad Merad, pur non avvezzo a questi ruoli drammatici, da molto spessore al suo personaggio.

 

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