Regia di Stanley Kubrick vedi scheda film
Poco più di ottanta minuti condensano uno dei primi grandi film kubrickiani, segnato dalle geometrie del potere e della guerra, e del cinema. La rigida struttura del film s'intona alle logiche di Stato, alle marce marziali, alle gerarchie nei palazzi rococò e nelle trincee grandguignol, incasellando in una fredda sineddoche la faccia di marmo intaccato del generale Mireau. Dai tappeti dell'ambizione al fango dell'ingiustizia c'è spazio per le passerelle decorate nelle danze dei quartier generali e per gli assalti sciagurati nei campi del massacro, e per l'inutile accusa di un ufficiale (un impeccabile Kirk Douglas) al teatrino del potere. Ipocrisia e gesto accorato, valore e vigliaccheria, verità e mistificazione s'alternano come giochi di luce in un edificio superbo ma dalle squallide segrete, la patina di una superficie levigata e ordinata lascia emergere tra grandangoli e lunghi carrelli la miseria di un fondo spregevole, rivoltato nella normalità e dalla normalità. Il film ha l'asciuttezza di un verdetto, di una severa condanna. Non eseguita (-bile). In Francia, addirittura rovesciata fino alla metà degli anni '70 per opera della censura.
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